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Il volto di Cristo, in quei bambini dell’Afghanistan

Roberto Benigni, in occasione del premio speciale Città di Viareggio ha commentato le scene dei bambini gettati oltre il filo spinato dalle mamme afghane: “Quelle sono tutte le facce di Cristo”

Roberto Benigni è una persona particolarmente sensibile ai temi legati alle emergenze umanitarie e i drammi che colpiscono le persone, singole e come popolo, nel profondo. Lo ha dimostrato in maniera sublime con il film vincitore del Premio Oscar “La vita è bella”, e non si stanca di ripeterlo in altre occasioni.


La tragica realtà non mediata dalla finzione del cinema

E proprio facendo un paragone con quanto raccontato nel suo film sulla deportazione degli ebrei da parte dei nazisti, Benigni ha richiamato quanto sta succedendo in Afghanistan. Teatro delle dichiarazioni il palco su cui il comico toscano ha ricevuto il premio speciale Città di Viareggio. Qui, Benigni ha parlato degli ultimi eventi dell’attualità sottolineando una fondamentale differenza: “Io ho raccontato la shoah con ironia – riporta Repubblica – perché quella era finzione mediata dall’arte, mentre le immagini che arrivano dall’Afghanistan sono la tragica realtà che non può essere ancora trattata con ironia”.

La riflessione non si è fermata qui, ma è proseguita con un richiamo a Edith Bruck, scrittrice già vincitrice del Premio Strega Giovani 2021 e insignita nell’occasione del Premio Viareggio sezione Narrativa per il suo romanzo autobiografico “Il pane perduto”: “Ha ragione Edith – ha ripreso Benigni. Stiamo vivendo in un mondo di profughi. E il mio cuore è profugo a vedere le madri che gettano i bambini oltre il filo spinato. Quelle sono tutte le facce di Cristo e non possiamo che aiutare quelle persone. Non c’è altro da fare”.

QUI il video di Repubblica



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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