Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Le ragazze sommerse e i pescatori: le immagini choc di un naufragio fantasma

Vite a perdere di cui non si sa nulla. Barconi che si inabissano con il loro carico di disgraziati, nel silenzio delle autorità…”.

Un video di pochi secondi, ma che pesa come un macigno sopra il cuore. I visi stremati di tre donne provenienti dalla Libia, coperte dal mare, solo i loro volti fuoriescono dalle acque. Una di loro piange disperata. Ha perso il suo bambino.

Una barca di pescatori tunisini di cui si intravede l’azzurro accecante che contrasta così violentemente con il blu profondo del mare. Un mare che può essere ventre accogliente di vita, ma che in quel video è tomba feroce di morte.

Per vedere il video QUI

La donna piange, piange e si dispera con le sue ultime forze. Un bambino riposa per sempre adagiato sulla barca, di lui si intravedono solo i pantaloncini e le gambine livide. Il mare gli ha preso la vita, ma non se l’è portato via con sé.

La donna grida: “Aveva tenuto con sé il bambino per almeno un giorno e una notte – si legge su Avvenire– Era riuscita a non farselo strappare dal mare, non dalla morte. Anche senza vita lo aveva tenuto con sé con la testa fuori dall’acqua. Forse nella disperata speranza che potesse salvarsi, che un miracolo sarebbe accaduto”.

Un uomo offre dell’acqua alle donne che galleggiano nel mare, strette tra loro, ma, incomprensibilmente non offre loro riparo e conforto sulla propria imbarcazione. Così rimangono lì. La mamma a piangere e disperarsi. Le sue compagne livide ed esanimi ad attendere un miracolo.

A quando risalga questo video, non è dato sapersi, né l’esatta posizione nel Mediterraneo centrale racconta Avvenire. Quel che è certo è che non è stata la prima e non sarà neanche l’ultima volta. Li chiamano “naufragi fantasma”, accadono ma nessuno ne parla…

Questo filmato è la testimonianza chiara e terribile di cosa avviene nel Canale di Sicilia da anni – sottolinea il quotidiano- Unhcr/Acnur e Oim, le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, ripetutamente denunciano i “naufragi fantasma”. Vite a perdere di cui non si sa nulla. Barconi che si inabissano con il loro carico di disgraziati, nel silenzio delle autorità”.

Non è dato sapere se le donne si siano salvate. Le agenzie delle Nazioni Unite hanno richiesto chiarimenti su quanto accaduto alle autorità dei Paesi coinvolti.

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..