19 settembre 2021. XXV domenica del tempo ordinario. Elisabetta Signorini e Vincenzo Broccoli della comunità la Pietra Scartata – regione Lazio commentano il passo del Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Il commento di Elisabetta e Vincenzo
Bellissimo e intenso questo Vangelo, suggerisce tanti spunti di riflessione. Innanzitutto, una delle frasi più belle di sempre dette da Gesù: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.
Crediamo che per un genitore adottivo o affidatario, l’accoglienza sia racchiusa in queste parole. Come non percepirlo quando abbiamo guardato per la prima volta nostro figlio/a negli occhi durante il primo incontro? E di tutti gli altri bambini ospitati negli istituti/casa famiglia? Quelli che saranno sempre “l’altro nostro figlio”?
E a maggior ragione, in questi giorni terribili per via di ciò che sta accadendo in Afghanistan, come non percepirlo assistendo alle immagini strazianti delle madri che affidano i propri figli ai soldati per offrire loro una “speranza” di salvezza? Ebbene, la potenza e la bellezza di queste parole sono tutte racchiuse qui.
Vogliamo offrire una preghiera per tutti i bambini abbandonati del mondo, affinché possano giungere al calore di una famiglia che li accolga. E vogliamo offrirla a tutti i bambini che vivono in situazioni disperate e di guerra (in Siria e in Afghanistan tra tutte), affinché possano essere accolti così come ci indica Gesù.
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L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.
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