Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Ai.Bi. ONG di ispirazione Cattolica. Un viaggio nell’immersione delle periferie scoprendo il Battesimo

…Quando ho incrociato il mio sguardo con quello di bimbi orfani, madri sole, torturati, affamati, con persone vittime di ideologie o di abusi, nelle periferie del mondo e dell’anima, guardando quegli occhi … a me è venuto istintivo pregare…

Quando incontrai Ai.Bi. nel 2002 il mio imperfetto, entusiasta “fiat”, si basava sul desiderio di salvare il mondo e su un verso in una poesia un po’ scandalosa che avevo scritto tempo addietro “fammi quello per cui una vita non basterebbe Signore Gesù”…

Ero piena di fiducia ma incosciente. Pensavo all’umanità ma sapevo a stento badare a me. Certamente la Provvidenza mi avrebbe aiutata a fare ciò che io non conoscevo. Mi ripetevo – E così in effetti fu. Ho chiesto e tanto mi è stato dato.
Poi negli anni sono giunti la “sapienza mondana”, l’impegno politico per i bambini e le bambine fuori dalla famiglia, la quotidiana, rutilante, totale, dedizione al lavoro, le relazioni istituzionali e pubbliche. La professionalità “acca ventiquattro!!”, le distrazioni.

Non ricordo esattamente quando, ma di Ministero in Ministero, ero talmente piena di soddisfazione e di sete di fare, che tutto volevo e dovevo controllare, in nome di un certo gusto estetico che ambivo a testimoniare in ogni gesto, in ogni “performance”. “La bellezza salverà il mondo” citavo Dostoevskij in qualsiasi luogo e momento mi fosse possibile. Ricordando che nella lingua russa “mondo” e “pace” sono la stessa parola.

Come accade nella vita di ognuno, arrivano sempre, a un certo punto della favola, le grandi crisi, le opportunità, che ti sconvolgono a tal punto che smetti di fare, o comunque fai, ma nello stesso tempo inizi anche a pensare.

Gli ultimi undici anni sono stati un viaggio in cui tra tante domande e poche giuste risposte, ho iniziato appena a comprendere il senso del mio essere: non essere IN Ai.Bi. ma essere PARTE DI Ai.Bi.

Ai.Bi. in tutte le sue articolazioni: Ong, Ente che si occupa di Adozioni Internazionali, associazione che si impegna sul fronte della povertà educativa, cooperativa che si occupa di accoglienza, fondazione che svolge attività di formazione, Movimento di Famiglie denominato LA PIETRA SCARTATA.

Gli ultimi anni in particolare sono stati fecondi e difficili, per la comprensione del tema della cooperazione allo sviluppo, sviluppo umano integrale, che impregna ogni gesto ogni decisione ogni azione associativa.
Essere testimone di tutto questo con occhi professionali è bello. La professionalità devi metterla in campo ed è certamente un ottimo risultato volerla perseguire, migliorando costantemente se stessi e l’ambiente circostante per dare seguito a iniziative capaci di generare impatto sui territori.

 

Una base di partenza – ma non può bastare.

Vivere la Missione di una ONG cattolica significa anche lasciarsi andare al potere trasformativo della vita nel Battesimo. Scoprire il proprio nome è scoprire la sacralità della persona. Attraversando in molti casi il buio più nero, da cui nessuno è indenne. Scoprire come ti chiami, avvicinarsi a intuire che sei chiamato, interrogarsi sul perché sei chiamato e spesso non saper rispondere. Esserci nonostante i miei grandi limiti mi aiuta a trovare la via per comprendere il motivo del mio essere nel mondo.
Un responsabile di funzione, nella gerarchia che va giustamente organizzata all’interno di una qualsiasi struttura lavorativa complessa, all’interno di una ONG cattolica non può che essere un primus a servire, a dare il buon esempio, a volere il bene del proprio team e ad incoraggiarlo e ad apprezzarlo e a riprenderlo ove necessario, con compassione, nel perseguimento del servizio agli ultimi.
Avere un responsabile, sempre in questa ottica, non vuol dire demandare a lui le decisioni e le responsabilità ma attivarmi in prima persona per esercitare la mia responsabilità, facendo proposte, contribuendo a elaborazioni di pensieri, disegnando visoni presenti e future con partecipazione attiva. Mi occorre sempre tanto esercizio nella prassi dell’ascolto, del prendere la parola in modo congruente, del decidere insieme o da sola ove richiesto.

Disegnare: in passato era concepito come un perdere tempo. Ma quanto co- design, design thinking e simili oggi permea la quotidianità di ogni gruppo di professionisti che si impegnano per essere players nelle decisioni che hanno effetti a livello mondiale?
Il senso della co progettazione e della co programmazione è un tema estremamente contemporaneo in Europa e in Italia. Al tavolo delle decisioni per una ONG Cattolica significa far sedere anche Gesù.
La differenza sta nei “frutti amari” che si possono raccogliere senza Gesù e che Papa Benedetto cita nel suo discorso alle ONG Cattoliche nel 2007. Perseguire azioni politiche o per i diritti senza etica significa, ad esempio, legittimare raccolte fondi utili ad alimentare il carburante delle lussuose macchine con cui si organizzano, in alcuni casi, costosissime missioni nei paesi in cui si porta aiuto. Significa portare pacchi di beni avariati tra le popolazioni, non per cattiveria ma per non curanza nel controllo.
“Eccola che adesso si mette a fare il sermone angelico e a dire noi siamo i migliori perché…” potresti dire… Niente di tutto questo. Non ho il potere, né la sapienza, né il diritto di affermare nulla per principio.

 In tante cose tutti siamo perfettibili e invece di giudicarci possiamo lavorare per migliorare insieme. Questo miglioramento implica un atto di volontà e di reciprocità…

Dico solo questo, per esperienza diretta e facendo ogni momento i conti con l’angelo che non sono, con tutti i miei bisogni e con qualche talento esagerato e poco apprezzabile.
Il principio di trasparenza vale per la collaborazione tra associazioni, enti, istituzioni, per gli appalti pubblici come per ogni fare della vita quotidiana. A maggior ragione un laico impegnato all’interno di una realtà che ha una missione ecclesiale, deve, anzi vuole, annunciare con trasparenza che Cristo Risorto siede con lui al tavolo … tante volte io non lo so o me lo dimentico – ma quando ho incrociato il mio sguardo con quello di bimbi orfani, madri sole, torturati, affamati, con persone vittime di ideologie o di abusi, nelle periferie del mondo e dell’anima, guardando quegli occhi …. a me è venuto istintivo pregare. Così quando mi è tremata la terra sotto i piedi a causa del terremoto. E così anche in questi due anni di pandemia. Forse per paura di non reggere quello sguardo, per non saper fare niente altro che il mio lavoro, cercando di farlo bene e sapendo che sarà stato in molti casi insufficiente.

Non si tratta di farla facile quando facile non lo è affatto. Ognuno di noi avrà provato momenti di terrore desiderio di scappare via per non saper cosa fare, per essere nel posto giusto al momento giusto ma sentirsi la persona sbagliata per un compito che è stato chiamato a svolgere. In tal caso, se non è facile può diventare semplice… aiuta molto l’esercizio dell’umiltà e lo sguardo d’amore che si pone verso le persone coinvolte nell’opera del Creato che in quel momento si è chiamati a servire.
È così che in una delle più belle cerimonie che io abbia mai vissuto, per esempio, mi è stato chiesto di recitare un Padre Nostro insieme ad altre donne di altre religioni e anche atee… tutte insieme a pregare ognuna nella sua spiritualità, o a dire il suo pensiero.

Essere parte di Ai.Bi. ONG cattolica oggi per me non significa più essere fagocitata e sovrastata dagli impegni, per la furia superba di salvare il mondo. Significa sapere che mi chiamo Marzia, figlia di Orazio e Aurelia, che contribuisco all’opera di Dio per l’accoglienza e la salvezza dei Bambini abbandonati, con lo spirito sinodale che alla mia stessa associazione è richiesto, nel collaborare con tutte le membra del corpo della Chiesa. E anche se di cammino nella imperfezione ne ho ancora tanta da percorrere, per i prossimi due anni uno strumento molto importante, che mi aiuterà a crescere, sarà il Documento Preparatorio del Sinodo 2021-2023.

Da quel “fiat” di quasi venti anni fa a quello di oggi molto è cambiato: ho smesso di voler essere una eroina e soprattutto ho imparato a vivere con gioia e a capire che Ai.Bi., il mondo la famiglia, regnare e servire, non sono in conflitto tra loro ma parlano tutti la stessa lingua dentro un Disegno comune.
Dai Ministeri sto passando con stupore a sfiorare, forse, qualche Altra strada, nel Grande Mistero…

Marzia Masiello – Referente Relazioni Istituzionali Ai.Bi.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..