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Adozione: se i cani e i gatti hanno preso il posto dei figli

Dopo l’appello lanciato da Papa Francesco ad accogliere in adozione minori abbandonati e non solo cani e gatti, si sono registrate anche opinioni critiche. Riportiamo le considerazioni di Sergio Peçanha del Washington Post e la risposta di Giovanni Solfrizzi della Comunità “La Pietra Scartata” 

 


Dopo il sentito messaggio del Papa QUI, che durante la prima udienza generale dell’anno del mercoledì, ha sottolineato come la scelta dell’accoglienza adottiva sia un gesto generoso e bello, tra le forme più alte di amore di paternità e di maternità, molti sono stati i commenti che si sono levati da parte dell’opinione pubblica. Tra tante attestazioni di appoggio e di affetto non sono però mancate anche alcune opinioni “critiche” riguardanti in particolare un’affermazione del Pontefice: “Tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti… Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli”.

 Anche Sergio Peçanha, “visual columnist” del Washington Post, ha commentato QUI, l’affermazione del Papa, in un articolo da titolo: “Opinion: Pope Francis, your comments on choosing pets over children don’t add up” che letteralmente significa “Opinione: Papa Francesco, i suoi commenti sullo scegliere animali domestici al posto dei bambini non hanno senso”.

Riportiamo di seguito il commento all’articolo del Washington Post realizzato da Giovanni Solfrizzi, genitore adottivo e membro della Comunità La Pietra Scartata. Sua è anche la traduzione in italiano del testo di Peçanha che, Solfrizzi, ci tiene a sottolineare, essere “non professionale”.

Opinione pubblicata sul Washington Post a firma di Sergio Peçanha

Caro Papa Francesco,

sono nato cattolico. Per non farla troppo lunga, oggi sono una pecorella smarrita.

Qualcosa che lei ha detto di recente mi riguarda. Lei ha messo in discussione coloro che non hanno figli, dicendo che chi tiene animali domestici e non ha figli è egoista e che la genitorialità di animali domestici (Solfrizzi: mi scuserete, ma non trovo un adeguato equivalente italiano per pet-parenting: la traduzione letterale mi pare comunque abbastanza eloquente) “porta via un po’ della nostra umanità”.

Provenendo dal leader di una chiesa che impedisce a preti e suore di sposarsi ed avere figli, questa affermazione non sembra completamente meditata.

Gli animali domestici fanno di noi esseri umani migliori. Essi sono il promemoria costante di alcuni dei valori più importanti della vita: amore, lealtà, vivere nel presente e trovare motivo di gioia nelle piccole cose.

Pensi: un cane trova la trascendenza in un finto osso di manzo. Gli animali domestici sono capaci di vedere dio ogni giorno, ogni volta che i loro padroni tornano a casa. E i gatti … beh, loro hanno il loro modo di insegnarci che non siamo certamente divini. Gli animali ci danno molto di più di quanto ci prendono.

In secondo luogo, la mia scommessa è che la maggior parte delle famiglie non scelga tra animali domestici e figli. Alcuni possono non essere in grado di avere figli. Altri possono non volerli perché trovano altre chiamate più appaganti. Guardiamoci per un momento allo specchio: pensiamo a quanto bene una persona può fare per l’umanità se non è concentrata sul nutrire un solo essere vivente.

E non è che siamo poco efficienti (Solfrizzi: questa mi sembra la migliore traduzione, non letterale, per underserved) nel reparto bambini – il pianeta raggiungerà quest’anno gli 8 miliardi di popolazione.

In fin dei conti, tutti noi facciamo delle scelte. Queste ultime implicano normalmente degli scambi. Lei ha fatto queste scelte. Tutti sanno che Papa Benedetto XVI, il suo predecessore, è la definizione di gattaro – un individuo single senza figli che ha dei gatti.

Sono certo che lei non ci stia suggerendo che Benedetto sia un egoista. Né lo sono preti e suore che devono scegliere tra avere figli e unirsi alla chiesa che lei dirige.

Il punto è: i preti e le suore fanno una scelta. Proprio come lei ha fatto. Proprio come Benedetto ha fatto con il suo celibato e i suoi gatti. Proprio come fanno le persone che non hanno figli, per qualsiasi motivo che ritengano sacro. Esercitare il libero arbitrio non equivale ad essere egoisti.

Inoltre, se qualcuno vuole dire che i suoi animali domestici sono i suoi figli, che importa? Talvolta essi perfino lo sembrano …

La sua pecorella smarrita.

 

Il Commento di Giovanni Solfrizzi

Ovviamente, non posso condividere nel suo complesso l’opinione del sig. Peçanha. Mi limito a due osservazioni:

  1. Dal discorso di Papa Francesco all’udienza generale emergeva molto chiaramente (ed è stato certamente ben colto nella maggioranza dei commenti, non solo in quelli, ovviamente di parte, degli amici dei bambini, lo scrivo volutamente in minuscolo) che l’enfasi sulla scelta fra figli e animali non era certo fine a stessa, ma del tutto funzionale alla promozione dell’accoglienza adottiva, non esattamente una novità per Papa Francesco (a cominciare da Amoris laetitia), forse il fatto veramente nuovo è stato il forte e insistito richiamo alle autorità a favorire il percorso adottivo. Di tutto questo, il sig. Peçanha sembra non essersi accorto, se non nel brevissimo accenno (che io certamente condivido), al progressivo aumento della popolazione mondiale, che porta con sé, purtroppo e inevitabilmente, anche l’incremento del numero di bambini abbandonati nel mondo, che, come sappiamo, si conta ormai da decenni a decine di milioni. Aggiungo, anzi, che per me è davvero stridente e in qualche modo inaccettabile dover sentire la quotidiana retorica sul problema della denatalità in Italia (e più in generale in Europa, o nel mondo occidentale, ricco e opulento, a ben vedere) e metterla a confronto con il numero sempre troppo alto e sempre troppo in aumento di bambini abbandonati nel mondo (e quindi anche in Italia, e in Europa e nel mondo occidentale, ricco e opulento): questo, a me sembra, è il vero problema con cui dobbiamo confrontarci.
  2. Per quanto riguarda l’apologia degli animali domestici del sig. Peçanha (che personalmente non condivido), la trovo tutto sommato coerente, in qualche passaggio colorita e persino eccessiva. Non sono, tuttavia, sufficientemente attrezzato per entrare nel merito “dottrinale” della scelta da parte dei consacrati. Immagino anche che qualcuno (e anche qualcuno di voi) nel leggere l’opinione del sig. Peçanha abbia anche trovato qualche passaggio al limite della blasfemia. A ben vedere, però, le argomentazioni del sig. Peçanha esprimono il modo di ragionare e a tratti perfino le stesse parole che sentiamo spesso, nell’ambito della nostra vita quotidiana, dai possessori di animali domestici: tra i nostri colleghi di lavoro, tra le amicizie più o meno strette, perfino tra i nostri familiari. E, quel che è peggio, spesso senza distinzione fra chi ha solo animali domestici e chi ha anche figli. Per quanto non condivisibile, quindi, l’opinione del sig. Peçanha mi sembra sotto questo profilo molto veritiera.

Giovanni Solfrizzi – Comunità La Pietra Scartata



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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