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La spiritualità dell’adozione. Alberto Cozzi. Lasciarsi donare … (11)

L’accoglienza da parte dei genitori adottivi ha la forma della ricostruzione di un legame in una logica di dono/abbandono che può permettere al figlio di “lasciarsi donare” nell’abbandono vissuto.

Sul numero 4 della rivista “Lemà sabactàni?”, il teologo Alberto Cozzi (vicepreside della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e preside dell’ISSR di Milano), ha dedicato un lungo contributo a una riflessione sul tema dell’abbandono, provando a porsi in ascolto di chi abbandona e indagando se possa essere considerato uno scandalo cercare e trovare un dono nell’abbandono.
Cozzi pone in evidenza come la vera sfida per la fede sia proprio cercare di scoprire il senso e le dimensioni dell’abbandono della croce, il luogo dove Dio Padre abbandona Gesù Figlio. Tale comprensione non si rende disponibile senza entrare nell’intimità delle relazioni trinitarie, tra Padre e Figlio nello Spirito del loro amore. Solo da questa prospettiva si possono sentire le armoniche della relazione di abbandono/consegna tra Padre e Figlio, fino a percepire un «dono nell’abbandono» che trasforma i legami e le relazioni tra figli di Dio in un processo di trasfigurazione della realtà.
Qui, proponiamo il contributo di Alberto Cozzi suddividendolo in 11 tappe, introdotte da una riflessione di Gianmario Fogliazza che si può leggere QUI.

Siamo giunti all’undicesima tappa. L’ultima del percorso
(Per la decima QUI)

 Undicesima tappa

 Lasciarsi donare …

Nel grido di Gesù si avverte tutta la drammaticità di un “Padre che abbandona”. Ma la sfida per il “figlio abbandonato” sembra quella di “lasciarsi donare”.

Si tratta di qualcosa di enorme: la ferita dell’abbandono può/deve essere letta all’interno di una relazione più vasta, in una sorta di “dialogo ideale” tra chi abbandona e chi accoglie. In questa prospettiva è proprio l’accoglienza che permette di dire la ferita dell’abbandono e aiuta a leggervi un possibile dono, che l’abbandonato può riprendere e applicare a sé “lasciandosi donare”.

La paternità ferita o lacerata diventa la traccia per un nuovo modo di realizzare il legame all’interno di un ritmo di dono/consegna/accoglienza, che offre un contesto umanissimo per costruire l’identità filiale, pur nel dramma dell’abbandono.

Detto altrimenti: l’accoglienza da parte dei genitori adottivi ha la forma della ricostruzione di un legame in una logica di dono/abbandono che può permettere al figlio di “lasciarsi donare” nell’abbandono vissuto.

È proprio l’amore accogliente a permettere questo passaggio dall’abbandono subìto e sofferto come ferita insanabile al “lasciarsi donare” all’interno di una relazione tra chi abbandona e chi accoglie l’abbandonato. Qui si realizza una sorta di dono nell’abbandono, al punto che l’abbandono da parte del Padre assume la forma di un amore che si svuota di sé, consegnando il Figlio a un mondo di peccato e violenza. Lasciandosi donare, il Figlio rende presente la forza di questo amore che si svuota e ne attualizza la potenza di vittoria sulla morte.

Così nell’abbandono si realizza un processo di trasformazione, che rigenera le relazioni, dandogli un nuovo significato. In questo processo relazionale, in cui i rapporti e i legami vengono ridescritti e trasformati, si crea una nuova comunità, nella quale anche il “figlio abbandonato” può realizzare la sua identità umana vera, al di là del dramma di un mondo segnato di rifiuti, separazioni, abbandoni.

È la grande promessa inscritta nella Pasqua del Gesù abbandonato e risorto, è la forma dell’amore ferito del Padre che, proprio nella consegna del Figlio, ha vinto il mondo.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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