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La vita, eterna, nella Trinità: meraviglioso dono destinato a ognuno di noi

DOMENICA 12 giugno. Solennità della Santissima Trinità. Don Massimiliano Sabbadini (Consigliere spirituale della Comunità La Pietra Scartata) commenta il passo del Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


Il commento di don Massimiliano

Oggi celebriamo la Solennità della Santissima Trinità e il brano evangelico ci aiuta a collocarla non su un piano filosofico astratto, bensì nel solco vivo e vivificante tracciato dalla recentissima Pentecoste: lo Spirito Santo, “Spirito della verità”, ci inserisce nell’esistenza di Gesù, il Figlio, che è tutt’una con quella del Padre.
L’intreccio delle relazioni (trinitarie) che costituiscono l’essenza di Dio-Amore ci è svelato come la “tela” sulla quale prende forma il disegno della nostra vita.
Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo e lo Spirito del Padre, cioè il “respiro” che li anima e la forza personale che li muove ad agire tra loro e per noi. E questa loro vita, eterna, non rimane per loro da contemplare in uno specchio infinito, si concentra invece in un dono destinato a ogni individuo.
La vita divina ci viene offerta, come una proposta bellissima e altissima, eppure realizzabile nell’infinitesimo tempo, nel microspazio e nella fragile carne che siamo noi!
L’aspirazione, più o meno dissimulata, dell’umanità di “essere come Dio”, cioè assolutamente liberi, potenti e immortali, si rivela sempre tragica e fallimentare come pretesa della nostra autorealizzazione. Ce ne accorgiamo soprattutto quando appaiono sullo scenario pubblico i tragici deliri di qualche “onnipotente”, mentre dovremmo vigilare su quanto di ciò alberga anche nelle nostre relazioni, nelle nostre azioni e financo nei nostri più remoti pensieri. Perché, invece, è Dio stesso, Trinità d’Amore, a coinvolgerci: nella sua libertà, quella di donarsi senza riserve; e nel suo potere, quello di dare la vita, completamente, fino a vincere la morte; e ci fa vivere per sempre, insieme!
Tutto ciò non avviene automaticamente. Il disegno sulla tela sarà costantemente tracciato dal nostro personale pensare, parlare, agire, pregare, con gli errori e i fallimenti, con le correzioni e le intuizioni che i giorni e le vicende ci porteranno. Saremo però sempre protesi a poter “copiare” la Trinità, cioè il modello dell’amore vissuto e vivente che il Vangelo ci consegna.
E verrà il momento nel quale il nostro quadro, capolavoro o scarabocchio che sia, seguirà finalmente la tensione che più lo guida e si staccherà dalla trama e dall’ordito dei nostri parametri terreni per vivere per sempre con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo!



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