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Morire in strada. Ogni giorno una persona senza fissa dimora, perde la vita

Quest’anno a partire dal primo gennaio, sono morte 205 persone in 206 giorni, con un’età media di 47 anni

Tutti noi, nella nostra quotidianità, abbiamo incontrato qualche persona senza fissa dimora.

Per la strada, nelle vicinanze di una stazione ferroviaria, li abbiamo visti dormire in condizioni di estrema precarietà, su un vecchio materasso, in un angolo poco illuminato, o in qualche sottopassaggio.

Questa condizione di povertà estrema, magari accompagnata da un atteggiamento autodistruttivo, suscita nella maggior parte di noi, la domanda su come si sia potuta raggiungere tale situazione e perché lo si sia permesso, con la nostra indifferenza.

Ogni uomo dovrebbe avere salvaguardata dalla società civile la sua dignità.

A tutti si dovrebbero offrire le condizioni per poter condurre una vita dignitosa. Lo Stato e le varie organizzazioni umanitarie cercano di limitare i danni di questo fenomeno presente specialmente nelle grandi città, ma non operano adeguatamente per prevenirlo.

Offrire un piatto caldo, una coperta a chi ha freddo, dare la possibilità di fare una doccia calda, sono passi nella giusta direzione, ma non risolvono il problema. Bisogna impegnarsi per prevenire questi casi di povertà estrema. Occorre non limitarsi a dare una mano per alleviare le sofferenze di questi “invisibili”, ma fare in modo che questo popolo di sofferenti non incrementi il suo numero.

VITA ci informa che la condizione di emergenza delle persone senza fissa dimora, non è legato in modo significativo alle condizioni climatiche, ma dipende dai rischi e dai disagi che comporta il vivere per strada.

Quest’anno a partire dal primo gennaio, sono morte 205 persone in 206 giorni, con un’età media di 47 anni. 

61 nei mesi di maggio-giugno e 57 in gennaio- febbraio, a dimostrazione di come il problema siano principalmente i pericoli del vivere nel degrado della strada.  Si muore, si legge su Vita, nella stragrande maggioranza dei casi (73) a causa di malore, poi per essere stati investiti da automobili o da treni (20), a causa della violenza (19), poi per overdose (16), annegamento (14), ipotermia (14) e infine per suicidio (12).

Sono molte le associazioni e gli enti benefici che cercano di lenire, questa enorme sofferenza sociale, tra queste la FioPSD (federazione italiana organismi per persone senza dimora) a cui aderiscono enti e/o organismi (oltre 108) sia della pubblica amministrazione che del privato.

La FioPSD si occupa di grave emarginazione adulta e di persone senza fissa dimora.

Sempre su VITA si apprende come la presidente di FioPSD, Cristina Avonto abbia dichiarato che: “Inserire nei programmi di governo una particolare attenzione alle persone senza dimora, è dovere di tutti nei confronti di  queste persone, ma anche della collettività, è cosa pubblica! La federazione è a disposizione di ogni forza politica per trovare soluzioni e politiche adeguate alla gravità del problema, non ignoriamo gli ultimi“.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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