Domenica 30 aprile 2023 (quarta domenica di Pasqua) Cristina e Fernando Carallo (Comunità La Pietra Scartata, Diocesi di Lecce, Regione Puglia) commentano il passo del Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,1-10)
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,1-10)
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza»..
Il commento di Cristina e Fernando
In questa domenica la Parola del Vangelo è quella dell’evangelista Giovanni in cui Gesù si presenta come il “Buon Pastore”. In questo brano troviamo tre elementi: la porta, il cammino e la voce. Gesù dice: “In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra porta, è un ladro e un brigante”.
Il primo elemento è la porta che è Gesù, quindi si può eccedere alla vita eterna solo attraverso Gesù. Egli è la porta della nostra vita, non solo di quella eterna ma anche di quella quotidiana.
Il secondo elemento è il cammino. Infatti sta scritto: “Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce; egli chiama le sue pecore ciascuno per nome e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti ad esse e le pecore lo seguono”. Ecco il cammino, Gesù è la porta per mezzo della quale entriamo e usciamo con Lui per affrontare il cammino della vita.
Il terzo elemento è la “voce”. Le pecore seguono Gesù “perché conoscono la sua voce”. In un omelia, che parlava proprio di questo passo del Vangelo, Papa Francesco suggerisce che la voce di Gesù la possiamo trovare nelle Beatitudini, chi insegna qualcosa contraria alle Beatitudini non è Gesù. Continua dicendo che la riconosciamo quando ci insegna a dire “Padre” come nel Padre Nostro.
Noi, genitori adottivi, quella “porta” l’abbiamo passata, riconoscendo Gesù. Quella “porta” è stata l’adozione, con essa abbiamo preso una decisione in nome di Gesù, accogliendo e amando i nostri figli. Per fare questo abbiamo percorso un cammino: esso è stato popolato da paure e incertezze. A volte ci siamo ritrovati a dire: “Padre che devo fare?”. “È tutto così difficile”. Facevamo fatica a riconoscere la voce di Gesù. Spesso siamo stati distratti dai nostri egoismi, finché non abbiamo trovato la forza e la speranza nelle parole di un sacerdote, di un amico o di un cammino spirituale dove la parola “Padre” ci ha permesso di comprendere che Gesù da tempo era vicino a noi e aspettava che lo seguissimo.
Ecco la “voce”, quella “voce” che diventa “Misericordia”, come nelle Beatitudini; “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.
La “Misericordia” è Gesù stesso, noi, continuando il cammino, l’abbiamo riconosciuto nel grido del bambino abbandonato. I nostri figli lo hanno riconosciuto nel nostro amore e tutti insieme continuiamo a seguire il “Buon Pastore” pregando, ogni giorno, il Padre affinché illumini sempre il nostro cammino.
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