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Il cammino verso Emmaus: “Magari non lo si riconosce subito, ma incontrando i propri figli si può incontrare Lui” (4)

La strada dei discepoli e quella delle famiglie adottive viaggiano insieme, in parallelo, nel lungo cammino verso Emmaus, ormai giunto alla quarta di sette tappe

Il lungo cammino verso Emmaus è fonte d’ispirazione per la spiritualità dell’accoglienza adottiva e affidataria. Si tratta di un cammino grandioso, durante il quale avvennero fatti memorabili e simbolici, tanto da diventare ispirazione per l’accoglienza.

Ormai giunti alla quarta di sette tappe, riproponiamo qui di seguito le precedenti, per chi se le fosse perse:

L’introduzione è disponibile QUI, il primo momento del Cammino è stato pubblicato QUI, la seconda tappa la si può leggere QUI e, invece, la terza tappa è disponibile QUI. 

Quarta tappa

Dopo la pubblicazione delle  di una lectio divina dedicata al, condividiamo qui di seguito le riflessioni sul brano del vangelo di Luca (Lc 24,13-35) del Gruppo Famiglie della Regione Sicilia le quali, coordinate dai coniugi Daniela e Antonio Sanseverini e guidate da Padre Giovanni Ioppolo, proponiamo quelle del Gruppo Famiglie delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia rispettivamente coordinate dai coniugi Marialuisa e Massimo Cecchetti con Vilma e Sergio Barel.

Scoprire il Signore e il suo progetto

Le riflessioni che il brano dei discepoli di Emmaus ci ha suggerito sono riassumibili in tre distinti punti:

·         L’accompagnamento al nostro cammino di coppia adottiva ed affidataria.

·         Scoprire il Signore attraverso la fatica e il patire.

·         Il progetto del Signore per noi.

L’accompagnamento al nostro cammino di coppia adottiva ed affidataria.

Rileggere il brano ci rimanda, nella prima parte, alla nostra storia di infertilità, al sentimento di delusione, tristezza e, nella seconda parte, alla consapevolezza delle molte situazioni di difficoltà dei bambini del mondo nella per poi giungere all’apertura del cuore verso i tuoi figli in cui incontri Gesù. Da quell’esperienza inizia il cammino in cui sei testimone della bellezza dell’adozione. In questo percorso si comprende come il Signore si sia fatto nostro compagno di viaggio: magari non lo si riconosce subito, ma incontrando i propri figli si può incontrare Lui e dal “desiderio di avere dei figli” siamo passati al “desiderio di testimoniare la nostra storia” in questo farsi prossimi agli altri.

 

Scoprire il Signore attraverso la fatica e il patire.

La difficoltà del capire, nonostante ci si sforzi, ci pone la domanda se “per capire dobbiamo patire”. Bisogna dunque sempre soffrire per capire? Gesù è passato attraverso la morte e la resurrezione per capire e farci capire. Se non soffro interiormente non riesco a capire e così se non comprendo la sofferenza dei nostri figli, se non passo attraverso la loro sofferenza personale non riesco a capire da dove sono partiti, da dove li abbiamo presi ed accolti. L’amore deve passare attraverso il suo rifiuto caricando su di sé l’ostilità e la resistenza di chi non lo accoglie. I nostri figli sono frutto di un amore rifiutato, sembrano figli di un Dio che non si rivela, che non esiste. Proprio per questo sono però semi di speranza di un amore così profondo che diventa segno di “vita eterna” nel mondo. Sta a noi genitori, “toccati da un Dio che si è rivelato”, che abbiamo conosciuto, visto, al quale abbiamo detto “resta con noi”, trasmettere loro il significato di questo grande “amore”. In questo percorso però molte volte non riconosciamo Gesù, il nostro cuore è lento, immerso nella quotidianità che non ci permette di riconoscere la sua presenza. Il conservare la capacità di “stupirsi” permette di fermarsi e riflettere. Il vederlo e riconoscerlo è però sufficiente a cambiare la nostra vita; anche se lui “sparisce agli occhi”, il segno lasciato cambia il percorso.

 

Il progetto del Signore per noi.

È appena stato crocifisso, morto e risorto per noi, e già si mette al nostro fianco, in cammino con noi: ma noi fatichiamo a riconoscerlo perché i nostri progetti e le nostre aspettative di vita erano così lontane da Lui. Sono delusi i discepoli, chissà quali aspettative avevano; poi però camminando vicino a lui, ascoltandolo, fermandosi a mangiare con lui, riconoscendolo nel semplice gesto dello spezzare il pane, incominciano a capire. Spesso tra noi prevale la tristezza e la delusione perché le cose non vanno come noi volevamo. Le nostre aspettative non si realizzano, ma camminando ti accorgi che proprio dalle cose semplici puoi ripartire e dalle cose semplici prende corpo il “grande disegno di Dio” per te.

 

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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