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La fase critica del cammino verso Emmaus: “C’è sempre qualcuno che non riconosciamo ma che è in mezzo a noi e che può aiutarci” (5)

Il cammino verso Emmaus illumina la via degli uomini attraverso fatti memorabili dal grande valore simbolico: a partire dai discepoli sino a tutti gli uomini dei nostri giorni, tanto da diventare fonte d’ispirazione per l’accoglienza


Il lungo e grandioso cammino verso Emmaus è fonte d’ispirazione per la spiritualità dell’accoglienza adottiva e affidataria. Siamo ormai giunti alla quinta di sette tappe e riproponiamo qui di seguito le precedenti, per chi se le fosse perse:

L’introduzione è disponibile QUI, il primo momento del Cammino è stato pubblicato QUI, la seconda tappa la si può leggere QUI, la terza tappa è disponibile QUI e, invece, la quarta tappa è disponibile QUI.

 

quinta tappa

Dopo la pubblicazione delle riflessioni sul brano del vangelo di Luca (Lc 24,13-35) del Gruppo Famiglie delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, coordinate dai coniugi Marialuisa e Massimo Cecchetti con Vilma e Sergio Barel, proponiamo quelle delGruppo Famiglie della Regione Piemonte coordinate dai coniugi Maria Teresa e Sergio Bertoldo.

 

Non avevamo capito, ma un incontro ci ha cambiato la vita

 

L’incontro dei discepoli di Emmaus con Gesù, sebbene i loro occhi fossero impediti a riconoscerlo, è un momento ben definito nel tempo e nello spazio, è un incontro pieno di dettagli, di particolari; è l’incontro coi nostri figli un momento che si ricorda bene nel tempo e che si colloca in uno spazio ben definito, quello dove abbiamo conosciuto per la prima volta i nostri figli. È un incontro ricco di dettagli ci ricordiamo perfettamente l’espressione dei loro visi, il loro vestito, le loro scarpe, le rughette intorno al naso e il suo sorriso, le loro mani … .

È l’incontro quello con Gesù, quello coi nostri figli che ci ha cambiato la vita.

 

Anche i discepoli, quando si rendono conto che hanno incontrato Gesù, non hanno più paura e vanno subito a testimoniare in giro quello che hanno vissuto, l’incontro con il Messia li ha cambiati, gli ha dato il coraggio di osare e ci siamo quindi chiesti quanto noi siamo in grado di essere testimoni, non solo a parole ma con la nostra vita, con le nostre scelte, con il nostro modo di vivere e di essere nel quotidiano.

 

Il cammino dei discepoli che vanno da Gerusalemme a Emmaus è triste, entrambi sono tristi e pensierosi e rimuginano sui fatti accaduti in quei giorni; spesso anche noi ci siamo ritrovati tristi e scoraggiati nel nostro cammino di adozione, ci siamo spesso fatti prendere dai problemi che avremmo potuto incontrare dimenticandoci di quale dono bello e prezioso stavamo aspettando … abbiamo avuto paura di abbandonarci completamente a Dio. La sofferenza che abbiamo vissuto spesso ci è sembrata smisurata, atroce e non ci siamo ricordati che anche Gesù ha dovuto patire queste sofferenze per entrare nella sua gloria. E così, noi che abbiamo sperimentato quella sofferenza, ora siamo in grado di comprendere e capire la sofferenza vissuta da nostro figlio. Ed è proprio questa sofferenza che rende il nostro legame ancora più forte e tenace proprio perché la sofferenza è culminata nella gioia dell’incontro: “nulla capita per caso ma qualcuno da lassù ci guarda!”.

 

La lettura di questo brano arriva nel momento di maggiore caos nel mondo adozioni. Mentre ci preoccupiamo degli affanni del mondo, questa lettura ci ricorda che c’è sempre qualcuno che non riconosciamo ma che è in mezzo a noi e che può aiutarci … . Gesù ci attende per illuminare la strada: sta a noi riconoscerlo ma per far questo crediamo che occorra pregare e tanto. Solo la forza della preghiera può aiutarci a far chiarezza in quello che ci sta intorno e soprattutto in noi. Certo i segni non mancano; tra noi qualcuno ha ricordato come la chiamata per accogliere la propria figlia sia arrivata mentre erano in viaggio per Lourdes: “il pensiero è stato subito rivolto alla Madonna ed alla grazia che aveva fatto … e che grazia! Quello che non avevamo capito era che il dono maggiore era porre fiducia in Lei nell’accogliere subito nostra figlia, affidandoci e fidandoci!”.

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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