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“O Santo Spirito, continua a stare al fianco “dei bambini del limbo” che stanno lottando negli orfanotrofi per mantenere viva la speranza”

Domenica 28 maggio (domenica di Pentecoste) Cristina e Paolo Pellini (comunità La Pietra Scartata, Arcidiocesi di Milano, Regione Lombardia) commentano il passo del vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 20,19-23)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Il commento di Cristina e Paolo

Il vangelo di Giovanni ci presenta oggi l’apparizione di Gesù ai discepoli la sera stessa del giorno della risurrezione. È il primo giorno della settima ebraica, quello che diventerà la domenica cristiana. Gesù è in una nuova condizione, non più legata al mondo fisico, tanto che entra nella stanza dove si trovano i discepoli anche se le porte sono chiuse. “Passa attraverso i muri!”, come dicevamo da bambini. Non ha perso però completamente la sua corporeità, tanto che in altri episodi evangelici, Gesù risorto mangia coi discepoli. Mostra anche le sue ferite. Soprattutto alita sui discepoli consegnando loro lo Spirito Santo: un soffio leggero, il respiro di Cristo, che raggiunge tutti noi non per sconvolgere le nostre vite come un uragano, ma come dolce sorgente inesauribile di doni. Gesù dice proprio così: “ricevete lo Spirito Santo”, gratuitamente, indegnamente … In questo modo Gesù anche prepara i discepoli alla Pentecoste, che celebriamo oggi, e ne prefigura l’accadimento, che si sarebbe realizzato circa cinquanta giorni dopo questo episodio.

Ma Gesù aggiunge anche: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”, come primo mandato ai discepoli dopo il dono dello Spirito.

Il perdono sembra essere il passo essenziale per avvicinarsi a Gesù, per conformarsi a lui che ha chiesto e ottenuto il perdono per tutti noi dal Padre Misericordioso.

Il perdono è tanto difficile da vivere ma tanto essenziale per mantenere viva ogni relazione; a volte viene confuso con emozioni tipicamente umane: perdono ma non dimentico è l’espressione più tipica di queste emozioni, che spesso nasconde rabbia non superata, forse dolore vivo per l’orgoglio ferito. Perdono e riconciliazione non sono necessariamente conseguenti, ma il perdono implica il dimenticare col cuore il torto subito, cercando di comprendere pur senza giustificare, e lasciando che la mente ci protegga da altri eventuali dolori. È una forma di accoglienza.

Nei quattro vangeli, l’avvenimento della Pentecoste, giorno in cui nasce la Chiesa missionaria, non viene narrato, ma lo troviamo negli Atti degli Apostoli, libro neotestamentario scritto dall’evangelista Luca.

In questi giorni in cui celebriamo la Pentecoste, il tempo è particolarmente propizio per rivolgerci direttamente allo Spirito Santo e per supplicarlo di entrare nei nostri cuori e di illuminare le mostre menti. Lui è Spirito potente ed efficace. È Spirito di luce, di pace, di consolazione, di creatività e di imprevedibilità.

Lasciamoci stupire dell’azione dello Spirito dentro di noi. Siamo chiamati a rispondere all’urlo disperato dei bambini abbandonati e in difficoltà. Solo lo Spirito può darci le risorse necessarie a un compito così impegnativo!

O Santo Spirito, ti supplichiamo, entra nei cuori degli Amici dei Bambini e in quelli di tutti gli uomini, dona loro tanta forza, tanto entusiasmo, tanta buona volontà per continuare a stare al fianco di quei bambini meno fortunati che stanno lottando, continuando a sperare col tuo aiuto, negli istituti, nelle comunità, nelle case famiglia o che sono imprigionati in famiglie che, purtroppo, non riescono a farli crescere. Amen.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..