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Storie di accoglienza. Quando l’adozione è un “ritorno a casa”

Ecco la storia d’amore dei coniugi Cobelli e il loro Ganyuan: finalmente si sono potuti riunire.


I coniugi Alberto e Roberta Cobelli hanno raccontato ad Amici dei Bambini la loro meravigliosa storia di adozione, quando finalmente nella loro vita è entrato Ganyuan: 7 anni, si trovava a Guilin, dove viveva presso una famiglia affidataria da quando aveva 3 anni ed è affetto da una patologia cardiaca.

Il loro primo incontro è stato un colpo di fulmine, come nelle più belle storie d’amore. Come quella tra i genitori e i propri figli adottivi che non a caso sono “figli di cuore”.

Mamma e papà Cobelli, infatti, definiscono il giorno dell’arrivo di Ganyuan proprio “l’incontro della nostra vita”.

I coniugi Cobelli hanno raccontato ad Ai.Bi. tutta la loro storia.

La telefonata

“Siamo in attesa dell’abbinamento stranamente tranquilli, stiamo vivendo bene la nostra gravidanza burocratica, ma siamo quasi a luglio e la fatidica chiamata ancora non arriva. È il 2 luglio, una giornata calda… verso le tre di pomeriggio squilla il telefono: la chiamata è finalmente arrivata, è arrivato il nostro momento. Io e Alberto prima di entrare ci guardiamo sorridiamo e vai! desideriamo solo vedere la foto del nostro bimbo, è un po’ come se fosse la prima ecografia. Finalmente è arrivato nostro figlio! All’inizio l’euforia ci pervade e per la testa ci passano tanti pensieri “stupidi”: chissà come si pronuncia il nome, chissà quanto è alto, chissà cosa sta facendo in questo momento…”

Le tante domande

“A mente fredda e lucida arriva lui, il panico! Cosa siamo noi per Ganyuan? Siamo mostri cattivi che non parlano la sua lingua e lo portano via dalla sua casa? Eravamo pronti ad affrontare una patologia fisica, ma il confronto con una mamma e un papà affidatari per così tanti anni ci ha gettato nello sconforto”.

Il giorno della partenza

“Un viaggio lungo, da Venezia a Nanning quasi 27 ore! La notte è stata un po’ agitata e ci prepariamo all’incontro della vita. Ma si può essere pronti? Alle 14.30 ci aspettano nella hall dell’albergo, manca veramente poco. Saliamo sul pulmino e a Roberta viene da piangere, gli occhi sono rossi. La tensione prima dell’incontro penso che possa essere paragonata all’attesa dei papà fuori dalla sala parto”.

L’incontro della vita

“Arriviamo nell’ufficio e intuiamo che i bimbi sono già arrivati. Stiamo parlando con dei funzionari quando, tutto ad un tratto, si apre una porta e scappa fuori Ganyuan. Ci corre incontro chiamandoci “mama e baba”! Noi ci chiniamo, allarghiamo le braccia, sorridiamo e chiamiamo Ganyuan. Lui ci aveva visto arrivare e ci era corso incontro! Noi dovevamo ancora firmare tutte le carte, infatti solo dopo ce l’hanno portato: ci ha guardato, ha sorriso, ha ripetuto “mama babà” ed è scoppiato a piangere, un pianto liberatorio. Lo abbiamo abbracciato forte, forte e poi via a giocare”.

L’inizio insieme

“I primi giorni sono strani, siamo in tre e sentirsi chiamare mamma e papà anzi “mama e baba” dall’oggi al domani è una cosa nuova a cui non siamo ancora abituati, ma alle belle cose si fa in fretta ad abituarsi! Ganyuan si dimostra subito un ometto e fa il FORTE, si spoglia e si veste da solo, si lava i denti, fa il letto. Però di mattina “ritorna” ad essere bambino, quando piangendo chiedendo della mamma affidataria. I giorni passano vivendo sulle montagne russe delle emozioni. Finalmente arriviamo a Pechino dove in appartamento si riesce a fare di più famiglia e dove il carattere dolce, ma allo stesso tempo deciso di Ganyuan viene fuori”.

Finalmente la vita a casa

“Adesso, dopo poco più di tre mesi che siamo tornati, sembra di essere con Ganyuan da sempre, talmente sono state forti e intense le giornate passate insieme. Ganyuan è nato nel 2007, noi abbiamo pensato di allargare la nostra famiglia dal 2007, un caso? Eravamo una famiglia, che attendeva solo di riunirsi, in un paese lontano, dove la cicogna ha sbagliato ad atterrare!

Il grande aiuto di Amici dei Bambini 

Ai.Bi. ha proprio un compito importate: rimediare a tutti gli errori di queste cicogne impazzite. Ed è proprio per fare ritrovare la giusta strada a queste cicogne “distratte” che ha deciso di riaprire i mandati e di promuovere la campagna #iosonoundono: perché c’è una missione da portare avanti. Salvare le adozioni internazionali e trovare una famiglia ai 168 milioni di bambini abbandonati nel mondo.

 

 

 

 

 

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..