Domenica 4 giugno (solennità della Santissima Trinità) Grazia e Massimo Ranuzzi (comunità La Pietra Scartata, Diocesi di Viterbo, Regione Lazio) commentano il passo del Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18)
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,16-18)
In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Il commento di Grazia e Massimo
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.
Dio ha donato al mondo suo Figlio. Cosa c’è alla radice di questo dono? L’amore che Dio Padre ha nei confronti del mondo. In Giovanni «mondo» significa gli uomini nel loro insieme. Un mondo che ha bisogno di essere salvato. La sua condizione ancora oggi continua ad essere di incertezza, di incompletezza, in pericolo.
«Dio ama il mondo». È una realtà fondante, assoluta. L’amore precede tutto. Ma diciamocelo: niente senza amore ha senso. È l’amore che da la conoscenza delle cose. L’amore è la porta della conoscenza. Un po’ come la luce riveste ogni cosa del suo giusto colore, così l’amore manifesta le verità umane. Il problema ora rimane questo. Ma cos’è l’amore?
E andiamo al tema liturgico di questa festa di oggi: la Santissima Trinità. Lì troviamo la risposta. L’amore è Dio.
Il Dio dei cristiani è un Dio che vive in un amore dinamico, è un unico Dio ma in tre Persone che si relazionano continuamente e che vivono la perfezione della comunione. Questa relazione è una relazione di Amore che non cerca la propria soddisfazione, ma che esce fuori da sé stesso e fa uscire fuori da sé stesso l’altro, per cui nella Trinità esce il Figlio ed esce lo Spirito Santo. La comunione col Figlio e lo Spirito genera l’Amore.
Quindi l’amore vero è un amore generativo, un amore che si dona, un amore che esce sempre da sé. Questo è l’amore che dà senso a tutto.
L’Amore generativo è quello vissuto quando abbiamo incontrato i nostri figli perché abbiamo subito donato loro il nostro amore materno e paterno. Un amore che ancora oggi da senso alla nostra vita perché ci permette di realizzare il nostro profondo bisogno di essere in comunione con Dio attraverso il prossimo, i più fragili, con una attenzione particolare ai “bambini abbandonati”.
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