Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Se si convive con il proprio partner ma non si è sposati, si può fare la Comunione?

Negli ultimi anni Papa Francesco ha sollecitato i pastori a considerare le singole situazioni “irregolari”, andando incontro ad esempio a divorziati risposati, sposati civilmente conviventi sul tema della comunione durante la Santa Messa


Gentile redazione,

vi contatto perché vorrei un vostro parere. Io e il mio compagno viviamo insieme già da diversi anni ma non siamo spostati. Frequentiamo la parrocchia e andiamo a messa, ma non sappiamo se possiamo fare la Comunione, non essendo sposati. Secondo voi anche noi conviventi non sposati possiamo ricevere la Comunione?

Grazie,

Gianna

 

Cara Gianna,

La Santa Messa non è soltanto un momento di preghiera, ma è la Cena del Signore: tutto è in funzione della comunione. Per ricevere la comunione è necessario avere la fede, essere battezzati, vivere i valori evangelici nonostante le fragilità ed essere sacramentalmente riconciliati se consapevoli di peccato grave.

Sul sito “Famiglia Cristiana” è spiegato che, nonostante questo, ci sono situazioni di vita particolari che, a prescindere dalla fede, contraddicono l’ideale cristiano del matrimonio, per esempio i divorziati risposati, gli sposati solo civilmente e anche i conviventi: per queste persone non è messa in dubbio la loro appartenenza alla Chiesa né la loro intima e responsabile comunione con Dio.

A partire dal Sinodo dei vescovi del 2015 su “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, i recenti documenti magisteriali sollecitano i pastori a considerare le singole situazioni. Infatti, Papa Francesco questa sollecitazione la fa propria nell’Esortazione apostolica “Amoris laetitia” del 2016: “Sono da evitare giudizi che non tengono conto della complessità delle diverse situazioni” e pone particolare attenzione agli sposati solo civilmente e ai conviventi: “Quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”. 

Inoltre, la vostra situazione fa presupporre una famiglia felice e feconda (presupponendo che non abbiate già un precedente matrimonio religioso valido alle spalle). Quindi niente può impedire di porre su questo amore il sigillo e la forza dello Spirito Santo. Potreste rivolgervi al vostro parroco di fiducia per iniziare un cammino per portare a compimento la vostra unione coniugale e vivere in pienezza la comunione anche alla mensa eucaristica.

 

Non esitate a scrivere per ogni eventuale ulteriore informazione e/o chiarimento.

 

La redazione La Pietra Scartata

 

 

 

 

 

 

 

 



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..