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Mamma, papà perché mi avete abbandonato?

Si rinnova anche per il mese di aprile la preziosa preghiera del Santo Rosario dedicata ai bambini abbandonati di tutto il mondo e alle famiglie adottive e affidatarie, una proposta delle famiglie della comunità La Pietra Scartata che per tale iniziativa si ritrovano il primo sabato di ogni mese coinvolgendo le proprie parrocchie, i gruppi e le comunità locali.


Con particolare riferimento alla spiritualità dell’accoglienza adottiva e affidataria, insieme a 5 intenzioni per la preghiera del Santo Rosario, viene offerto un breve commento al Vangelo proposto dalla liturgia per domenica 5 aprile 2020 (Mt 26,14 -27,66).

Il commento e le preghiere che accompagnano il brano del Vangelo di Matteo sono, per il mese di aprile, curate da Vilma e Sergio Barel del Gruppo Famiglie della regione Friuli Venezia Giulia.

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dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27,45-50)

A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: “Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!”. Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

Il commento di Vilma e Sergio

È il giorno del grido “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”. Lo sentiamo, forte, chiaro.
Grido che mai come oggi diciamo noi tutti di fronte alla tragedia della pandemia in cui siamo immersi.
Grido che i nostri figli adottivi conoscono benissimo avendolo provato sulla loro dolce pelle nel momento dell’abbandono da parte dei loro genitori.
Essi ci ricordano tutti i giorni il loro dolore dell’abbandono, dolore che portano dentro di sé, magari in un angolo della mente, mai dimenticato completamente e pronto a ripresentarsi davanti a loro.
Grido di solitudine, che sentono nel loro cuore tutti i giorni della loro vita anche se lenito dalla loro nuova famiglia.
Grido che però non toglie la speranza nel futuro, grido che li fa affidare alla nuova famiglia con un atto di coraggio immane.
Ecco, il grido dei nostri figli e la loro speranza oltre ogni speranza, sono la migliore “medicina” e consolazione al momento attuale per tutti noi.
Prendiamo esempio dai nostri figli e dal loro coraggio, tutti i giorni.

Preghiamo

Nel primo mistero gaudioso ricordiamo l’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine
Preghiamo per i nostri figli, piccoli e grandi, immersi nelle loro vite spesso turbolenti e spesso senza pace, perché possano essere testimoni di speranza e di coraggio.

Nel secondo mistero gaudioso ricordiamo la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta
Preghiamo per i bambini abbandonati nel mondo che attendono le nuove famiglie e che non possono accoglierle per le difficoltà attuali, perché anche quando tutto appare avverso trovino la speranza oltre la speranza.

Nel terzo mistero gaudioso ricordiamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
Preghiamo per le famiglie che stanno aspettando di incontrare i loro figli in qualche parte nel mondo, perché dopo un lungo percorso accidentato vedono allontanarsi la gioia dell’incontro, perché sappiano conservare la fiducia nell’incontro con “mio figlio”.

Nel quarto mistero gaudioso ricordiamo Gesù che viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe
Preghiamo per gli anziani, così duramente colpiti dall’infezione, a cui non è stato speso possibile assicurare la vicinanza familiare nel momento dell’addio e che hanno ancora una volta sperimentato l’abbandono, perché il Signore li accolga in Paradiso.

Nel quinto mistero gaudioso ricordiamo il ritrovamento di Gesù nel Tempio
Preghiamo per i genitori adottivi ed affidatari, perché sappiano cogliere l’insegnamento della speranza oltre ogni speranza dei nostri figli e la applichino tutti i giorni di questo triste periodo.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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