Salta al contenuto Skip to sidebar Skip to footer

Pranzo e cena in famiglia: è il momento dello Spirito Santo. Lasciamogli un posto a tavola

Gentile redazione,
sono la mamma di una famiglia piuttosto numerosa, con tre figli di età diverse e anche distanti tra loro.
Specie in questi tempi di lockdown, in cui si ritrova più spesso tutti insieme a tavola, i momenti del pranzo e della cena sono sempre molto confusionari. C’è chi sta zitto e sembra defilarsi, chi parla più forte per imporsi, chi non ascolta… Insomma, una gran confusione. Avete qualche consiglio per poter vivere questi momenti conviviali con maggiore tranquillità e trasformarli in momenti importanti per tutta la famiglia?
Vi ringrazio molto.


Una mamma… un po’ stanca

 


Cara… mamma,
capiamo benissimo. Già in situazioni “normali”, tra orari diversi, stanchezza, menù differenti da approntare i pasti rischiano di diventare un momento dispersivo anziché di unione; ora, il lockdown non ha certo facilitato le cose, aggiungendo la frustrazione dei ragazzi che non possono uscire e quella del genitori che faticano a stare dietro a tutto.

È un peccato, perché il pasto famigliare dovrebbe essere ogni volta una piccola festa: il momento in cui ci si riunisce tutti insieme, si condividono cibo e racconti. È un collante della vita familiare ed è un momento prezioso che non va sprecato.

Già la preparazione del cibo è importante, perché questo, come ricorda Bénédicte de Saint-Germain sul sito Aleteia, è “il carburante del corpo, ma è anche molto di più di questo”. Cucinare significa già prendersi cura, stare attenti ai gusti dei vari commensali e portare in tavola qualcosa che soddisfi il gusto di ciascuno.
E da parte di chi siede a tavola è importante riconoscere questo, ringraziare e apprezzare.

Concretamente, ci sono degli accorgimenti che si possono prendere affinché i pasti siano realmente il momento di una condivisione proficua e di crescita familiare. Per esempio, è utile pianificare il pasto nel momento in cui tutti possono essere presenti: in questo senso, rendere il pasto un rito comunitario è senza dubbio utile.

Altra cosa importante è che tutti trovino il loro posto: non solo fisicamente attorno al tavolo, ma anche all’interno delle conversazioni e dei discorsi. Ogni figlio racconterà le sue esperienze e dovrà sentirsi ascoltato e compreso, attenuando gli inevitabili battibecchi che si possono creare.

Chiaramente, in un contesto del genere, il cellulare dove essere per un attimo dimenticato: l’attenzione, anche dei più piccoli, deve essere educata all’ascolto dell’altro, all’apertura tanto del cibo che si riceve, quanto dei racconti degli altri commensali e degli insegnamenti degli adulti.

Sempre sul sito Aleteia viene suggerito un bell’esperimento: l’istituzione dei pranzi che vengono chiamati “dell’angelo custode”: prima di sedersi a tavola ogni persona pesca un foglietto in cui trova scritto il nome della persona della quale deve segretamente prendersi cura per quel pasto. Un modo per incentivare l’ascolto e l’incontro dell’altro, aprendo il cuore alla condivisione.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


Sostieni anche tu questa nostra testimonianza e specifica missione, Dona ora
inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..