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Seguendo gli insegnamenti del Vangelo, abbiamo aperto gli occhi e abbiamo atteso l’adozione di un figlio come un dono ricevuto

12 dicembre 2021. Terza domenica di Avvento. Donatella e Stefano Mazzoli, della comunità La Pietra Scartata – regione Emilia Romagna, commenta il passo del Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.



Il commento di Donatella e Stefano

Luca, in questo brano del Vangelo, ci presenta Giovanni Battista quale testimone credibile della venuta di Gesù. Giovanni vuole prepararci a vivere la gioia dell’incontro con Gesù Cristo, la sua sola missione è quella di rendergli testimonianza, lui è colui che ha mosso le folle, che ha dato una nuova spiritualità, che ha indicato la strada per la conversione.
Il Battista parla di una vita nuova e quando la gente gli domanda “Che cosa dobbiamo fare?”, lui dice loro di essere onesti, di non usare violenza e di non estorcere. Non chiede una vita fatta di cose straordinarie, non pretende la rinuncia al necessario, ma chiede invece l’impegno e la rettitudine nelle cose normali, quotidiane, a cui ognuno è chiamato in base a quello che è il proprio ruolo; chiede attenzione nei confronti del prossimo e solidarietà e amore caritatevole verso chi è nel bisogno.
È necessario, allora, che ognuno di noi si prepari a questo incontro e, così come la folla, anche noi dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare, se nella nostra vita stiamo facendo il nostro dovere o se invece ci preoccupiamo solo di quelli che riteniamo essere i nostri diritti.
Noi, leggendo questo brano abbiamo pensato alla nostra vita, alle nostre scelte che ci hanno portato sulla strada dell’adozione seguendo gli insegnamenti del Vangelo, che ci hanno aperto gli occhi e fatto vedere l’altro nei bambini abbandonati che, come noi, chiedevano aiuto. L’accoglienza di una figlia come dono ricevuto e cercato ha riempito la nostra vita, dopo tanto camminare seguendo le orme di Gesù.



L’Associazione LA PIETRA SCARTATA da anni accompagna e supporta le famiglie nella vocazione a prendersi cura dei bambini abbandonati o temporaneamente allontanati dalla propria famiglia, conservando o restituendo loro la dignità di figli, mentre si rende testimonianza dell’Amore di Dio nell’accoglienza familiare affidataria o adottiva, secondo il carisma proprio del sacramento matrimoniale, vissuto nell’ambito fecondo delle relazioni coniugali.


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inserendo la causale "sostegno vocazione all’accoglienza familiare"..