Affido. Approvata in Piemonte con 29 si e 14 no la legge “Allontanamento zero”

 ‘Allontanamento zero’: dalla parte dei bambini? Non tutti sono d’accordo

In Piemonte, con 29 sì e 14 no è stata approvata, dal Consiglio Regionale, la proposta di legge che porta la firma dell’assessore all’infanzia Chiara Caucino, riguardante gli interventi a sostegno della genitorialità e le norme per la prevenzione degli allontanamenti del minore della famiglia d’origine.

Già presentata a dicembre 2019, come ricorda Vita: “sulla scia della vicenda Bibbiano”, la legge, la cui approvazione era considerata urgente dall’assessore Caucino, perché, come riportato dal Corriere della Sera di Torino: “spesso i bambini affidati alle comunità dei minori vivono in condizioni di precarietà e sostanziale trascuratezza”, ‘Allontanamento zero’ per l’assessore della Lega, andrebbe “nell’interesse dei minori introducendo finalmente un preciso dettato legislativo di supporto alle famiglie di origine, rispettando il ‘diritto naturale’ dei minori di poter vivere nel nucleo originario”.

‘Allontanamento zero’: dalla parte dei bambini? Non tutti sono d’accordo

La nuova legge spacca però l’opinione pubblica. Da una parte c’è chi sostiene l’indirizzo dell’assessore all’infanzia, dall’altra chi non è convinto della bontà del provvedimento. Come Domenico Rossi, (Pd) vice presidente della commissione Sanità, politiche e sociali e politiche per gli anziani che rileva come le dichiarazioni della Caucino abbiano: “fatto cadere tutte le maschere: attacchi sguaiati ai servizi sociali e alla magistratura che, secondo le parole dei consiglieri di maggioranza e dell’assessora strappano i bambini alle famiglie con violenza e per futili motivi. Tutto questo sulla pelle dei bambini, delle famiglie, degli operatori e dell’intero sistema di sostegno a minori e famiglie costruito in Piemonte in tanti anni […]”.

Anche in ambito accademico c’è chi commenta con una nota negativa il provvedimento.

La professoressa Joëlle Long, esperta di diritto minorile e docente all’Università di Torino, ad esempio, interpellata dal web magazine Vita in un’intervista ha commentato come, seppure:“Il punto di partenza è condivisibile, ridurre gli allontanamenti in modo da attuare pienamente il dritto del bambino a crescere nella propria famiglia e ad esserne allontanato solo nei casi strettamente necessari per la sua protezione […]  l’analisi del disegno di legge ne mostra l’impronta adultocentrica: si va incontro più alle istanze dei genitori che lamentano gli allontanamenti che all’interesse del minore, disconoscendo che in alcuni casi l’allontanamento è una necessità per garantire adeguata protezione al minore”.