Costruire una rete di famiglie affidatarie per minori in difficoltà. Questo l’obiettivo del progetto promosso dal Comune di Quartu Sant’Elena (Cagliari) con Ai.Bi. Amici dei Bambini. Lo racconta l’Assessore ai Servizi Sociali e Politiche Generazionali Marco Camboni
Un’esperienza ricca e importante, tanto per il territorio quanto per la rete di famiglie. Questo è stato il percorso formativo del progetto “Un Affetto in Più”, nato dalla collaborazione tra il Comune di Quartu Sant’Elena (Cagliari) e Ai.Bi. – Amici dei Bambini e proposto per sensibilizzare le famiglie ai temi dell’affido familiare, con l’obiettivo di trovare maggiori disponibilità per accogliere minori in difficoltà.
Sensibilizzare all’affido familiare
L’importanza dell’iniziativa è subito sottolineata dall’Assessore ai Servizi Sociali e Politiche Generazionali Marco Camboni, il cui impegno è stato determinante per eralizzare la partnership alla base del progetto: “Un Affetto in Più rappresenta una novità significativa per il territorio di Quartu e risponde a un’esigenza avvertita da tempo. A fronte di numerosi minori presi in carico dai Servizi, negli ultimi anni le famiglie disponibili a diventare affidatarie sono state purtroppo poche”.
Da qui la necessità di un profondo lavoro culturale e di sensibilizzazione sull’argomento, portando le famiglie a conoscenza del fatto che esistono spazi dove è possibile ricevere formazione qualificata da parte di esperti, e avviare un percorso di affido in stretta collaborazione con i Servizi sociali territoriali.
“Abbiamo riconosciuto alcune carenze nel sistema dei Servizi sociali – prosegue l’Assessore Camboni – e, in certe aree della Sardegna, specie nei centri urbai, alcuni retaggi culturali frenano una naturale e tradizionale vocazione all’accoglienza”. Ma ad avere un ruolo importante è anche il timore diffuso, spesso figlio della poca conoscenza dell’argomento. Ecco perché il Comune ha deciso di finanziare la formazione delle famiglie: “Crediamo fermamente che non debbano essere lasciate sole, ma accompagnate con consapevolezza, poiché rappresentano una risorsa preziosa per molti minori in difficoltà.”
La situazione in Sardegna
Quale sia l’attuale situazione della Sardgna, per quanto riguarda i Centri per la famiglia, lo raccontano gli ultimi dati del Report CRC – Convenzione sui Diritti del Fanciullo, 2024. Nella regione ci sono 33 Centri, che corrispondono al 6,2% del totale nazionale. Il tasso di minorenni in affidamento familiare per almeno cinque notti a settimana è dell’1,6 ogni mille residenti: il 40,1% in affido eterofamiliare (in famiglie diverse da quella di origine) e il 59,9% in affido intrafamiliare. Il tasso di minori (0-17 anni, esclusi i minori stranieri non accompagnati) ospitati in comunità residenziali è del 2,7 per mille, a fronte di una media nazionale del 2,1.
Partendo dalla consapevolezza che, anche secondo la legge, bambine e bambini che temporaneamente non possono vivere con la propria famiglia di origine hanno diritto di essere accolti in luoghi accoglienti di tipo familiare, l’obiettivo del progetto è proprio quello di incentivare l’accoglienza familiare, considerando le comunità per minori come l’extrema ratio che dovrebbe intervenire solo laddove non si trovano altre soluzioni. “Con ‘Un Affetto in Più’ speriamo di aver lasciato una traccia importante, in grado di produrre un vero cambiamento di rotta.” aggiunge ancora Camboni.
Sostegno alla genitorialità
Sarebbe però sbagliato e riduttivo parlare di affido familiare senza allargare lo sguardo a un più ampio discorso che riguarda il sotegno alla genitorialità e alla famiglia. In questo, risulta particolarmente importante che agli incontri informativi e i percorsi formativi partecipino anche psicologi, assistenti sociali ed educatori: figure determinanti per accompagnare le famiglie nel percorso dell’affido.
“I Centri per la famiglia in Sardegna offrono già una vasta gamma di servizi educativi e di supporto, ma con questo progetto – almeno nel modello proposto a Quartu – crediamo di aver individuato una configurazione più efficace del Servizio Affidi”, conclude l’Assessore. “È fondamentale accompagnare le famiglie lungo tutto il percorso, fornendo strumenti specifici per affrontare le difficoltà, ma anche per condividere le esperienze positive. In Ai.Bi. abbiamo trovato un partner prezioso e competente per rafforzare questa rete di aiuto.”
Informazioni e richieste sull’affido familiare
Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Amici dei Bambini
Per informazioni su cosa è l’affido visita la pagina dedicata del sito di AiBi.