Riforma Cartabia. La voce dei bambini nelle separazioni

In caso di divorzio o separazione, la riforma Cartabia rafforza il diritto di ascolto e rappresentanza dei bambini

Il primo marzo è entrata in vigore la riforma Cartabia (dall’ex ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia) che introduce importanti novità per i processi che riguardano la famiglia, i minori e le persone.

L’interesse dei bambini nelle crisi di coppia

In particolare, per le coppie in crisi con figli minori, la riforma pone al centro l’interesse dei bambini e il loro diritto di essere ascoltati e rappresentati.
Quando i genitori si separano o divorziano, il giudice deve sentire il minore che abbia compiuto 12 anni, o anche più piccolo se capace di discernimento, per conoscere le sue preferenze e le sue esigenze.

Un curatore speciale

Il minore, se ha compiuto 14 anni, può anche chiedere al giudice di nominargli un curatore speciale, che lo assista e difenda nel processo, se i genitori non sono in grado di tutelare i suoi interessi. In alcuni casi, il giudice può anche nominare un tutore al minore, se entrambi i genitori sono sospesi o decaduti dalla responsabilità genitoriale.
Il giudice ha anche il potere di acquisire d’ufficio tutte le prove necessarie per decidere sull’affidamento, sulla collocazione e sul mantenimento dei minori, senza dover attendere le richieste delle parti. In questo modo, si vuole garantire una maggiore celerità e una maggiore protezione dei diritti dei bambini coinvolti nelle crisi familiari.

Un processo adeguato alle esigenze dei minori

La riforma Cartabia si propone quindi di rendere il processo più adeguato alle esigenze dei minori, valorizzando la loro voce e il loro benessere.