Ossessioni e compulsioni: riscrivere i ricordi dell’infanzia può essere una strada per star meglio

Una ricerca italiana ha mostrato come l’intervento sui ricordi dell’infanzia dei pazienti attraverso la tecnica dell’Imagery Rescripting possa attenuare i sintomi dei disturbi ossessivo – compulsivi

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali – V edizione) iI disturbo ossessivo compulsivo è una delle patologie neuropsichiatriche più diffuse nella popolazione generale: si stima che ne soffra tra il 2,1% e il 7,9%. Si tratta di un disturbo piuttosto debilitante, che interferisce non poco con le attività quotidiane.

Gli individui che ne soffrono sono portati a concentrarsi su minuziosi dettagli, regole, procedure… che diano loro un senso di controllo su ciò che accade. Si tratta di comportamenti che l’individuo si sente spinto a mettere in atto sulla base di una sua ossessione, nell’illusoria speranza che questi riescano a ridurre o prevenire l’ansia, l’angoscia e il senso di colpa. A quest’ultimo, in particolare, diversi studi recenti hanno attribuito un ruolo fondamentale, sia nell’insorgere della malattia, sia nel suo mantenimento. Ecco perché appaiono così promettenti i risultati mostrati da uno studio italiano che si è concentrato proprio su questo aspetto.

Lo studio dei ricercatori italiani con la tecnica dell’Imagery Rescripting

I ricercatori hanno utilizzato su un gruppo di pazienti la tecnica dell’Imagery Rescripting, chiedendo loro di selezionare i primi ricordi d’infanzia e di soffermarsi, in maniera particolare, su quelli legati a un rimprovero sensibilmente più intenso dal punto di vista emotivo.

L’Imagery Rescripting, infatti (semplifichiamo drasticamente), interviene sull’immaginazione del paziente, chiedendogli di soffermarsi sul ricordo di se stesso bambino in una data situazione. A quel punto il terapista, fatte emergere e accertate le emozioni e i bisogni del paziente, cerca di intervenire “riscrivendo” il ricordo e fermando in qualche modo la minaccia o il senso di colpa che quell’episodio ha generato.

Secondo lo studio italiano, con questa tecnica nell’arco di tre sedute e tre mesi di monitoraggio si è assistito a una notevole riduzione dei sintomi, segno di come “riscrivere” i ricordi dell’infanzia legati a un rimprovero e al successivo senso di colpa, possa essere una strada proficua da seguire per intervenire sui disturbi ossessivo -compulsivi.