Ragazzi che tornano in classe. Un genitore dovrebbe sempre allarmarsi quando il proprio figlio esterna una certa “non voglia” di andare a scuola
“Non vedo l’ora che sia lunedì! Finalmente si ricomincia!” Questa una delle battute più frequenti che si sentono pronunciare dai genitori in questi giorni. La convivenza forzata durante il periodo di lock down e questa “lunga estate” hanno però pesato anche sulla testa dei nostri ragazzi. Sia per i più piccoli che per i più grandi, la Scuola rappresenta non solo un luogo dove imparare delle nozioni, bensì anche uno spazio di socializzazione e di crescita attraverso le relazioni e le continue negoziazioni di ruoli. Questo prevede in particolare la crescita e lo sviluppo grazie al confronto con i pari (ruolo di compagno di classe, ruolo di coetaneo, ruolo di amico) e con il mondo degli adulti (ruolo dell’insegnante, ruolo dell’autorità, ruolo del giudicante, ruolo dell’educatore). Ad oggi, l’attenzione si è concentrata soprattutto sull’aspetto sanitario: la prevenzione di infezioni da COVID e le modifiche necessarie per raggiungere tale obiettivi sono il punto per la riapertura delle scuole. Detto ciò, importante sarebbe prepararsi, genitori e figli, ad affrontare questa nuova avventura. Innanzitutto, la Scuola deve diventare un luogo ospitale, ovvero un luogo dove il genitore è sereno pensando a dove si trova suo figlio. La Scuola deve essere anche un luogo dove un figlio si trova a suo agio e dove vi si reca volentieri. Un genitore dovrebbe sempre allarmarsi quando il proprio figlio esterna una certa “non voglia” di andare a scuola. A volte è fisiologico a causa di stanchezza, stress, compiti e verifiche, ma in alcuni casi è segnale di disagio dovuto a cause esterne che potrebbero essere compagni o addirittura insegnanti vissuti come nemici. “Ci siamo passati tutti!” direte voi. In effetti, chi tra di noi non ha avuto qualche bulletto che lo infastidiva durante l’intervallo, piuttosto che un insegnante particolarmente vessatorio nei suoi confronti? A ciò, quest’anno è innegabile che si aggiungeranno protocolli sanitari e comportamenti che potrebbero allontanare un po’ tutti: alunni con alunni, professori con alunni, genitori con professori e via dicendo.
Eppure oggi la Scuola ha una grande occasione che è quella di essere un esempio di come noi tutti possiamo riavvicinarci in “comunità”. Oggi la Scuola può tornare ad accogliere insegnanti, studenti e genitori per elaborare quanto accaduto ed educare attraverso le sue diverse materie di insegnamento. Ogni materia è fonte di ispirazione! Faccio qualche esempio dettato dalla mia fantasia. In Letteratura Italiana sarà bellissimo leggere i “Promessi Sposi” tenendo lo sfondo della peste che attraversò Milano nel 1630. Cosa ha comportato per i protagonisti del libro questa calamità? L’analisi di ognuno di loro ci farà conoscere un po’ più noi stessi! La Geografia è una materia da riscoprire: mai come in questo periodo, la cartina geografica, sia politica che fisica, ha assunto grande importanza. Ad ogni TG si fa il giro del mondo, vuoi per capire l’origine e l’evoluzione del virus, vuoi per commentare l’andamento dell’infezione in ogni singolo Paese. In Storia ci sarà l’occasione per capire come ogni spostamento di esseri umani porta rischi, ricchezze, conoscenze e nuove occasioni. Spesso sono stati gli eserciti, durante le svariate guerre, a essere la causa di nuovi focolai epidemici; ogni crisi però ha portato a una nuova fase di sviluppo. Così come il lock down ha sdoganato una serie di possibilità già in essere. Più che mai oggi è fondamentale insegnare Informatica da un nuovo punto di vista: le applicazioni in grado di farci connettere e i dispositivi per accedere online sono già tra le conoscenze acquisite spesso informalmente dai nostri ragazzi ma il loro utilizzo andrebbe educato.
Cosa può fare una famiglia? E cosa può fare la scuola?
E così via con Scienze (cos’è un virus? e uno spillover? quali sono gli effetti del cambiamento climatico?), Matematica (perché sono importanti gli indici di contagio? Come si calcolano?), Inglese (quali nuovi termini sono diventati di uso comune?), Religione (come hanno reagito di fronte all’epidemia?) e così via: gli insegnanti hanno di che sbizzarrirsi, sempre seguendo le linee guida ministeriali, ci mancherebbe! Hanno proprio una grande occasione di educare le nuove generazioni ad una nuova conoscenza atta alla costruzione di un futuro migliore. D’altronde anche la didattica a distanza è stata fonte di nuove esperienze formative in grado di dare spazio al pensiero civico dei ragazzi; già qualcosa si era mosso sul tema dell’ambiente (vd le manifestazioni green per il clima) e si è rivelato vincente responsabilizzarli attraverso un coinvolgimento diretto. In tutte queste esperienze occorre ricordare l’importanza anche del ruolo della Famiglia. Negli scorsi mesi, la Scuola è entrata nelle case delle famiglie (così come anche il Lavoro..). Se da una parte molte famiglie hanno stretto un nuovo e significativo rapporto con la Scuola, dall’altra molte di esse si sono sentite sole nell’affrontare questo nuovo scenario. Se a livello sanitario è imprescindibile la responsabilizzazione della famiglia nel quando e se mandare il proprio figlio a scuola, a livello educativo è una grande occasione chiedere alla Famiglia di essere parte integrante del processo di crescita attraverso la presenza, il confronto, l’accompagnamento.
In questa ripresa scolastica i sentimenti che si provano sono tanti e contrastanti: paura, emozione, entusiasmo, prudenza, ispirazione, confusione. Bisogna farsi forza e non lasciare indietro nessuno! Con un movimento circolare, la Scuola deve prendersi cura dei suoi studenti e delle loro famiglie, così come le famiglie devono prendersi cura dei loro ragazzi e dei rapporti con la Scuola. In questo modo, i ragazzi avranno a cuore la loro Scuola perché è un luogo sano dove si impara a vivere bene e dove si progetta il proprio futuro.
Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori telefonando allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro.
Diego Moretti
Pedagogista di AIBC cooperativa sociale e responsabile d’area per i Servizi di sostegno alla famiglia offerti dal CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori