Buongiorno.
Mi chiamo Vincenzo e ho un quesito da porvi, per il quale spero mi possiate aiutare.
Vivo con mia figlia maggiorenne e invalida. Mia moglie purtroppo è venuta a mancare 2 anni fa. Il pensiero, dopo la mia morte, di lasciarla sola e senza un sostegno economico, mi turba molto, così mi chiedevo, quando non ci sarò più, potrà prendere la reversibilità sulla mia pensione?
Vincenzo
Gentilissimo Vincenzo,
La pensione di reversibilità è un trattamento previdenziale che l’INPS eroga in favore dei familiari superstiti del titolare del trattamento pensionistico deceduto.
Per rispondere al suo interessante quesito occorre in primo luogo introdurre un’importante distinzione, quella tra inabilità e invalidità.
Si definisce inabile, la persona che, a causa di un’infermità o di un difetto fisico o mentale, si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.
La persona inabile quindi, non può provvedere da sola al proprio sostentamento e non è autosufficiente.
Differentemente dall’inabile, l’invalido seppur affetto da minorazioni congenite o acquisite, non è detto che non possa essere in grado di svolgere un’attività lavorativa. Si parla infatti di invalidità, dal momento in cui una persona abbia subito anche solo una riduzione permanente della capacità di svolgere un lavoro non inferiore ad 1/3.
Nel caso della pensione di reversibilità, il figlio maggiorenne per poter godere del trattamento economico, non dovrà dimostrare la sua invalidità, bensì l’assoluta inabilità al lavoro, che dovrà essere presente e certificata al momento della morte del genitore.
Nella lettera da lei inviata non ci specifica se sua figlia, oltre ad essere invalida è anche inabile al lavoro.
Qualora lo fosse, si ricordi che la ragazza al momento di richiedere la reversibilità dovrà anche dimostrare di essere completamente a suo carico.
Se vuole approfondire l’argomento, non esiti a contattarci al 3400088431 oppure richieda un appuntamento all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it
Staff AIBC