I bambini cosiddetti “ribelli”, in realtà possono soffrire di un disturbo

Comportamenti provocatori e polemici, collera e senso di sfida. Questi atteggiamenti, nei bambini, sono tipici del “disturbo oppositivo provocatorio”. Come sconfiggerlo? 

Spesso alcuni bambini vengono additati come “ribelli” o “maleducati”, ma in realtà possono soffrire del cosiddetto “disturbo opposito provocatorio”. Si tratta di un disagio che porta gli infanti ad assumere comportamenti provocatori, polemici, vendicativi, sfidanti e un umore sempre irritabile e collerico. 

Per diagnosticare il disturbo oppositivo provocatorio, il bambino deve essere sottoposto ad analisi ogni giorno per ameno sei mesi. È una patologia che colpisce il 4% dei bambini fino ai 10 anni, in prevalenza maschi, e riguarda infanti provenienti perlopiù da famiglie con rigide e oppressive strategie educative e con una situazione economica svantaggiata. 

Sul disturbo oppositivo provocatorio, gli psicologi Pietro Muratori e Marina Papini hanno scritto un libro intitolato “Dop, cosa fare (e non)”. È un manuale rivolto agli insegnati, all’interno del quale, capitolo per capitolo, si spiegano le cause di questo disturbo e le strategie da adottare per alleviare la difficoltà. Ad esempio, in caso di frequenti crisi di rabbia, gli psicologi spiegano che la causa potrebbe essere il vivere troppo intensamente e in modo totalizzante e incontrollabile le emozioni. Il consiglio agli insegnanti, in questo caso, è di non intervenire subito (potrebbe peggiorare la situazione), non alzare la voce e non punire il bambino. Il giusto comportamento da adottare è far sentire il bambino compreso e spiegare ai suoi compagni che si tratta di una tempesta passeggera. Nel caso in cui, invece, il bambino tenda ad infrangere le regole, la causa potrebbe essere la mancanza di un modello di riferimento che sia riuscito a trasmettergli un comportamento coerente o, addirittura, potrebbe essere una risposta costantemente punitiva alle sue manifestazioni di disagio. 

A fronte di questo, è necessario definire alcune regole generali in classe, dedicando un po’ di tempo alla loro spiegazione, e sottolineare tutti i comportamenti corretti: questo farà sentire il bambino apprezzato e capace.