Coronavirus: l’ansia dei genitori si riversa sui figli. Ecco come controllarsi

Il parere della psicologa e psicoterapeuto Pamela Pace, intervistata da Interris.it

In tempi di Coronavirus i genitori hanno un’ulteriore ed enorme responsabilità nei confronti dei propri figli. Quella di non riversare su di loro un’ansia e una preoccupazione che potrebbero produrre effetti fortemente negativi. A parlarne, in un’intervista con il web magazine Interris.it, è la psicologa e psicoterapeuta Pamela Pace. “Tutto ciò che è accaduto dal mese di marzo – spiega la professionista – ha creato uno scombussolamento generale. Ha comportato destabilizzazioni in vari ambiti e registri della quotidianità e, potrei dire della vita di ognuno. Tale rivoluzione è stata trasversale all’età, al genere e anche, in quanto pandemia, al luogo di residenza! Dai più piccoli ai più grandi, anche i giovani si sono trovati a fare i conti con tale imprevista e virulenta contingenza“.

Un cambiamento pesante per i più giovani e per i bambini. “I bambini – prosegue infatti la dottoressa Pace – sono tendenzialmente dei grandi abitudinari. Più il loro ambiente, sia familiare sia esterno, è ordinato, a misura delle esigenze e delle risorse del loro specifico momento evolutivo, più anche il loro mondo interno, psichico/mentale, è disteso. Ciò li aiuta ad affrontare al meglio le difficoltà e a proseguire fiduciosi il loro delicato compito di costruzione della propria identità e della relazione con gli altri e il mondo. Il ripetersi delle varie attività quotidiane, con i peculiari arredi, il ritrovare ogni giorno luoghi e presenze familiari, è senz’altro rassicurante e anche contenitivo. È quindi possibile che gli effetti di interruzione, disancoramento, sospensione dovuti al Coronavirus, al lockdown, abbiano pesato sui giovani, ovviamente nei diversi modi soggettivi. Ritengo che ciò che più incide in un figlio sia il discorso familiare sottostante, cioè la lettura e il senso che padre e madre danno a quanto accade. Come i genitori hanno affrontato la pandemia e stanno facendo conti con le tante difficoltà attuali, influenza i figli”.

Coronavirus. L’ansia dei genitori e i figli: la ripresa della scuola

Così, “anche la ripresa della scuola mette i bambini di fronte a vari cambiamenti che dovranno essere affrontati e a determinate regole che ognuno dovrà fare proprie. Ogni giovane ha le sue risorse, le fragilità e i suoi tempi di elaborazione. Quindi è importante che tali peculiarità soggettive vengano rispettate dagli adulti di riferimento. Maestre, insegnanti e anche i genitori possono essere un valido sostegno, soprattutto se disposti a fare da interprete e traduttore, ad ogni bambino, rispetto a ciò che di diverso e/o di faticoso, deve affrontare”.

Relativamente ai genitori, la psicologa non ritiene che si possa definire “la genitorialità il paradigma delle crisi di panico e di paura. Viceversa penso che tali vissuti emotivi siano costitutivi della natura umana: che si sia padre e madre oppure no. È senz’altro possibile che la nascita di un figlio e la conseguente responsabilità di crescerlo ed educarlo, possano generare ansie e timori. Tuttavia esistono soggetti più ansiosi e apprensivi e altri meno e, innanzitutto, padre e madre sono due individui unici e diversi, così come il loro bambino. Certo non è un compito facile e spensierato crescere dei figli: ogni età, ogni conquista verso l’autonomia, implicano, per i genitori, il dover fare i conti con l’ignoto, con ciò che non si conosce. Padre e madre si assumono la responsabilità di aprire il proprio figlio alla vita, educarlo a diventare coraggioso e fiducioso e ad amare gli altri e il mondo. Tale impegno può in itinere generare ansie e timori. É comunque necessario e produttivo che queste ultime non siano così invadenti da fare del figlio il ricettacolo di un eccesso emotivo, per il piccolo sempre difficile da gestire”.

“Un genitore in grado di controllare e regolare il proprio stato emotivo – conclude la dottoressa Pace – riuscirà ad evitare appunto un sovraccarico al figlio. Tuttavia l’amore di una madre e di un padre si manifestano anche in una quota di libertà che donano al figlio, anche in un momento incerto, difficile e delicato come quello attuale, accettando di essere confortanti e supportanti per come riescono. Il genitore perfetto non esiste!”.

Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro.