Lo studio. Il “Baby talk”, un linguaggio comune nelle differenti culture del mondo

Su 50.000 persone, è stata valutata la capacità di distinguere se un linguaggio era destinato ai piccolissimi o agli adulti e nel 70% dei casi la risposta è stata corretta, anche se le canzoncine o le frasi erano in idiomi completamente diversi da quello di chi ascoltava

Recentemente su “il Post” è stato riportato uno studio, sul modo in cui parliamo ai bambini piccolissimi in culture e lingue diverse fra loro. La ricerca evidenzia l’uso di espressioni, versi e suoni, che non verrebbero mai usati in una conversazione tra adulti.

Baby talk: è questo il termine che identifica questo particolare tipo di linguaggio.

La ricerca, pubblicata su la rivista scientifica Nature Human Behaviour, ha avuto una notevolissima attenzione da parte di ricercatori ed esperti. Sono state raccolte e analizzate più di 1600 registrazioni di voci riguardanti 410 persone, in 6 continenti, sia in contesti urbani che rurali.

In tutte le culture analizzate, si è visto che vi è diversità nel parlare se la comunicazione avviene tra adulti o tra adulti e neonati. Questa diversità è presente in gruppi culturali molto diversi e ha punti di contatto fra loro.

 Il Baby talk “sembra legato al modo in cui siamo fatti e interagiamo con il mondo che abbiamo intorno”. È stato visto che è in grado di aiutare i neonati “  a ricordare meglio alcune parole” ,  anche osservando i movimenti della bocca di chi parla, come riferimenti visivi.

È esperienza comune che i suoni e le parole usate in modo appropriato, favoriscano ad esempio, l’addormentamento dei piccoli e questo avviene in tutto il mondo.

Su 50.000 persone, è stata valutata la capacità di distinguere se un linguaggio era destinato ai piccolissimi o agli adulti e nel 70% dei casi la risposta è stata corretta, anche se le canzoncine o le frasi erano in idiomi completamente diversi da quello di chi ascoltava. Quindi il Baby talk o “bambinese,” potrebbe essere considerata una “lingua franca, che segue meccanismi e principi condivisi tra diverse popolazioni”.

SALUTE e BENESSERE, riporta che “nel mondo moltissime mamme hanno una cosa in comune, il baby talk nel tono con i piccoli, per enfatizzare alcune cose e frasi semplici e ripetitive”.

Il lavoro pubblicato su Current Biology informa che sono state registrate 12 mamme di   lingua inglese mentre giocavano o leggevano con i loro figli (7-12 mesi) e a seguire con un adulto.

Gli studiosi hanno esaminato il tutto con un algoritmo in grado di distinguere il baby talk dal normale linguaggio; Quindi, è stato arruolato un gruppo di 12 madri, che parlavano 9 lingue diverse e hanno rilevato che il cambiamento di timbro osservato sulle mamme di lingua inglese era altamente coerente con le mamme di altre lingue. Elise Piazza, una delle autrici dello studio, spiega come: “il cambiamento del timbro tra i discorsi diretti agli adulti e ai bambini, possono rappresentare una forma universale di comunicazione…”.