Vedo che mia figlia, davanti al suo computer, è sempre più sola. Cosa posso fare per aiutarla?

Gentile redazione,

viviamo veramente in tempi difficili. Prima il lockdown durato mesi. Poi l’estate in cui sembrava la situazione stesse migliorando ed ora nuovamente la crescita dei contagi e il timore di nuovi lockdown. La nostra quotidianità ha subito radicali cambiamenti. Questa incertezza incide non solo sulla nostra salute fisica, ma anche su quella mentale. Tristezza e apatia sono all’ordine del giorno. Se la situazione è già difficile per noi adulti, lo è ancor di più per i nostri ragazzi, per i quali le relazioni sociali sono così importanti per crescere. Leggo sui giornali che il 55% degli italiani soffre di solitudine e guardando mia figlia sola davanti al computer o a chattare sui social, non posso non preoccuparmi. Vedo nei suoi occhi delle apprensioni verso il futuro che alla sua età non dovrebbe avere.

Marco

Caro Marco,

la situazione di sua figlia è quella purtroppo della maggioranza della popolazione italiana.

Quest’anno così particolare. La lotta contro il virus. I lunghi mesi di isolamento. Il ritorno violento di una nuova ondata con la paura di un nuovo lockdown, generano, soprattutto nei giovani dubbi, ansie e paure sull’ imminente futuro.

Secondo una ricerca effettuata da Noto Sondaggi e pubblicata sul Sole 24 ore, più della metà degli italiani sembrerebbe soffrire di solitudine, in particolare i giovani tra i 18 e i 34 anni. Il 70% di loro ha infatti dichiarato di fare i conti con questa sensazione e il 32% di soffrirne “spesso”.

Caro Marco, l’emergenza sanitaria ha messo in discussione e modificato molte delle nostre abitudini di vita. Lavoro, scuola, progetti futuri, relazioni sociali. Sono soprattutto queste ultime a creare ansia e disagio tra i giovani. Il timore di non poter incontrare i propri affetti, i propri amici.

Ma non è tutto. Secondo il sondaggio pubblicato sul Sole 24 ore, il 77% degli italiani maggiormente sensibili a rilevare una condizione di solitudine, percepiscono gli estranei come ostili e minacciosi. Percezione che potrebbe acuire il problema portando ad un ulteriore isolamento e i social non sono sufficienti a colmare la distanza. Solo il 26% delle persone che si sentono sole considerano infatti il web un buon modo per mantenere contatti e relazioni sociali.

In ogni caso, le consigliamo di stare vicino a sua figlia e di farle intravedere un futuro migliore, anche in termini relazionali! Le faccia realizzare qualche attività di restilyng della propria cameretta o di alcune parti della casa. Curare il luogo dove si trascorre maggiormente il tempo, assieme a un proprio familiare, può avere una valenza addirittura terapeutica. Ciò potrebbe essere fatto a distanza anche con qualche cara amica, con cui condividere idee e visioni, ma soprattutto sentirsi impegnati insieme a qualcun altro. Questi sono solo due esempi, ce ne sarebbero altri; utilizzi la fantasia, pensando bene a chi è sua figlia. E speriamo tornino presto tempi migliori!

Qualora volesse approfondire l’argomento, non esiti a contattarci al 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it 

Un caro saluto

 Staff AIBC