Primo giorno di scuola. Quanto è importante recuperare la scrittura a mano?

L’intervento del pedagogista: “Vitale per lo sviluppo cognitivo”

Uno scrittore e archeologo e un blogger insieme per promuovere “la bellezza della scrittura a mano“. Una petizione omonima è infatti stata lanciata dall’archeologo e scrittore Carlo Di Clemente insieme al blogger Stefano Molini, chiede al ministro Lucia Azzolina e agli insegnanti di ogni ordine e grado il massimo impegno affinché i ragazzi tornino a esercitarsi nella scrittura manuale, oggi spesso abbandonata in favore della scrittura a computer. “Dai piccoli allievi degli scribi sumeri, fino alla scuola degli anni ’60 – commenta la notizia sul quotidiano La Stampa un articolo di Andrea Cionci bambini e ragazzi si sono sempre applicati allo studio della bella scrittura. La gran parte dei nostri lettori con la chioma d’argento ricorderà l’’ora di calligrafia’ inserita fra le materie di studio. Stando a varie testimonianze, era un momento piacevole, di silenziosa e rilassante applicazione, con lunghe file di lettere corsive minuscole e maiuscole tracciate sul quaderno, perfino la barocchissima ‘H’ che in pochi ricordano oggi come si disegni. Poi venne il ’68, la contestazione, e l’ora di calligrafia fu relegata in soffitta fra tutti quegli strumenti educativi ritenuti ‘mortificanti della libera espressione creativa’. Tuttavia, confrontando i temini scolastici dei ragazzi di oggi con quelli dei loro nonni, l’unica differenza apprezzabile è che i primi sono mediamente meno leggibili e più disordinati. Non si può non rimanere ammirati, invece, leggendo lettere o diari vergati un secolo fa: una precisione e una pulizia quasi tipografiche. Non è un caso che oggi, a scuola, i pochi insegnanti che ancora fanno scrivere a mano, soprattutto dopo il colpo di grazia fornito dalla Didattica a distanza, pretendano lo stampatello. Nulla di paragonabile, tuttavia, al corsivo, uno stile grafico tramandato (nella sua forma attuale) fin dal ‘500 e pensato per la penna d’oca, ma ancor oggi perfettamente funzionale a scrivere con continuità, coerenza e fluidità”.

Primo giorno di scuola e scrittura a mano. Non solo motivazioni stilistiche

Le motivazioni, tuttavia, non sono meramente stilistiche. Non si tratta, per capirsi, solamente di una questione di eleganza. A spiegarlo è il pedagogista Daniele Novara. Per lui “è assolutamente vitale ribaltare il concetto che si è sedimentato oggi della scrittura a mano. Non è un optional, rispetto a quella digitale, ma esattamente l’opposto. Non c’è nulla che possa prendere il suo posto per lo sviluppo di quelle capacità neuromotorie di cui i bambini di oggi hanno estremo bisogno. In tutto il mondo occidentale i genitori sono diventati iper-protettivi, ma soprattutto in Italia: abbiamo bambini, fortemente sedentarizzati, che non sanno allacciarsi le scarpe, altri che non sanno lavarsi i denti da soli e in molti, in troppi, fanno colazione col biberon fino all’età scolare. Quindi, la battaglia, prima che per la bella calligrafia deve essere proprio per la scrittura a mano: la scuola dovrebbe evitare di far leggere o scrivere i ragazzi su supporti digitali anche perché studi scientifici hanno ampiamente dimostrato come nei primi anni di vita, l’accesso a pc, tablet e smartphone preclude la connessione neuro-cerebrale tra pensiero e manualità creando ritardi nello sviluppo del linguaggio, parlato e scritto”.

Gli da manforte Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva: “La perdita del corsivo – dice – è alla base di molti disturbi dell’apprendimento segnalati dagli insegnanti della scuola primaria e che rendono difficile tutto il percorso scolastico. Scrivere in corsivo vuol dire tradurre il pensiero in parole, in unità semantiche, mentre scrivere in stampatello vuol dire invece sezionarlo in lettere, spezzettarlo, negare il tempo e il respiro della frase. Troppo spesso insegnanti e professori si accontentano di temi scritti in stampatello, e non hanno più né tempo né pazienza per insegnare la bella grafia”.

Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro.