“Cosa c’entra il desiderio con la tastiera di un computer? Quali stimoli potranno mai derivare da un’interazione virtuale, finta e superficiale con uno sconosciuto dall’altra parte dello schermo?”
Addio alle piccole gioie della vita semplice. Alle piccole trasgressioni adolescenziali dal sapore di conquista. La maggioranza degli adolescenti di oggi, sempre iper connessi e con il loro smarthpone in mano hanno sostituito una vita reale con una digitale e tramite questa fanno amicizia, socializzano e approcciano la vita. Certo la rete ha consentito di eliminare i confini geografici, la distanza che ci separava da un caro amico o da un familiare che abiti all’altro capo del mondo e ha permesso, anche durante quest’emergenza, di poter rimanere in contatto anche se a distanza. Ma per alcuni adolescenti il rischio è che il web acquisisca uno spazio eccessivo nella propria vita e nella propria sfera di socializzazione.
Il fenomeno della “socializzazione digitale” viene così commentato in un articolo del quotidiano Libero: “una conoscenza virtuale cementata in amicizia da scambi nell’etere di messaggi o videochiamate. Siamo di fronte al più grande inganno del secolo. Cosa c’entra il desiderio con la tastiera di un computer? Quali stimoli potranno mai derivare da un’interazione virtuale, finta e superficiale con uno sconosciuto dall’altra parte dello schermo? – e continua – Si è persa la bellezza dell’attesa, che significa anzitutto saper immaginare, sognare e proiettare la propria vita oltre le banalità quotidiane”.
Uno studio segnalato dal quotidiano e condotto in Usa su 8 milioni di americani nati tra il 1976 e il 2016 sembra dimostrare come “sempre meno adolescenti fanno esperienza delle tipiche trasgressioni giovanili” quali ad esempio invitare le ragazze ad uscire, prendere la patente, o lavorare, per citarne alcune.
E allora cosa possiamo fare?
Proviamo ad aiutare i nostri figli a riconquistare un po’ di quelle semplici gioie della loro età che fuori la porta di casa sono lì ad attenderli. Nulla è perduto. Uno sguardo di meno al telefonino ed uno di più alla vita. Quella vera, fatta di persone, luci e colori non filtrati tramite uno schermo.