Adolescenti e lockdown. Per le famiglie si apre un periodo difficile. Ma si può chiedere aiuto

Il CEFAM – Centro Europeo Formazione e Accoglienza Minori è tra le realtà che sono a disposizione per supportare i genitori

Gli adolescenti, in molte zone d’Italia, sono ufficialmente entrati in un nuovo lockdown, dopo quello della scorsa primavera. E, così, mentre ancora non si è placato il dibattito circa la gestione della pandemia la scorsa primavera, si prepara un nuovo periodo difficile. Di distanziamento e di distanza: dagli amici; dai parenti; dagli affetti. Una fase che, per i licei e le scuole medie fino alla classe prima, sarà nuovamente caratterizzata dalla didattica a distanza. E proprio questa è uno dei punti dolenti della questione. Scrive il pedagogista Daniele Novara nel suo ultimo libro (lo riporta il sito Universomamma.it) che gli adolescenti “di fatto sono già in lockdown. Credo che come politica e come opinione pubblica non ci rendiamo conto di quale sacrificio stiamo pretendendo da loro”.

Il presidente dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha messo in guardia dall’utilizzo eccessivo della didattica a distanza e anche il Comitato Tecnico Scientifico che supporta il Governo Conte dall’inizio della pandemia ha chiesto di mettere a verbale, nella riunione da cui è uscito l’ultimo DPCM del 3 novembre, che esistono rischi psicologici per gli adolescenti.

Sostengono il pediatra Alberto Villani e lo pneumologo Luca Richeldi che i ragazzi “hanno già subito un importante impatto nel periodo finale dello scorso anno scolastico… bisogna garantire la frequenza in presenza, soprattutto nelle fasce di popolazione più fragili, è fondamentale non solo per la formazione scolastica, ma anche per il benessere psicofisico di questa fascia di popolazione giovanile”.

“I danni provocati dalla chiusura delle scuole, così protratta – ha sostenuto il presidente del Centro per la salute del bambino di Trieste, il pediatra Giorgio Tamburlinisono stati tanti e altri ne avremo. La Dad non è stata efficace, la mancanza di sostegni per i bambini con difficoltà di apprendimento, la povertà, anche culturale, di certi contesti familiari hanno esacerbato le situazioni già problematiche. E anche là dove i bambini hanno avuto a disposizione la tecnologia necessaria e genitori supplenti dei maestri, questa situazione non è stata indolore. La maggior parte dei piccoli ha accumulato un ritardo educativo. Sarà dura recuperarlo e rischiamo che peggiori”.

Il momento che si presenta davanti a molte famiglie italiane, insomma, è drammatico. Per affrontarlo i genitori possono però avvalersi della consulenza di esperti. Il CEFAM – Centro Europeo Formazione e Accoglienza Minori è tra le realtà che sono a disposizione per appoggiare le famiglie di fronte a situazioni problematiche o potenzialmente tali.

Chiunque volesse approfondire, può contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori al numero 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it.