Lockdown e tablet: così per i bambini arriva l’obesità

Importante tenere d’occhio la dieta e fare movimento anche in ambienti confinati

Dove non ha colpito la mente, ha colpito il corpo. Il lockdown (e, più in generale, le misure di contenimento per l’emergenza Coronavirus) stanno avendo un impatto fortemente negativo sulla salute dei più piccoli. Secondo uno studio dell’Università di Buffalo e Università di Verona, condotto su 41 soggetti e pubblicato sulla rivista “Obesity” ha rivelato che “i bambini e gli adolescenti che lottano con l’obesità sono posti in una sfortunata posizione di isolamento che sembra creare un ambiente sfavorevole per mantenere comportamenti di stile di vita sani”. Tanto che, secondo lo studio, i bambini avrebbero mangiato l’equivalente, in termini energetici, di circa un pasto in più al giorno durante la “clausura”. La correlazione tra il confinamento domestico e l’incremento di peso, d’altronde, era già stata ipotizzata da numerosi specialisti.

In questa situazione, come riporta il magazine Quotidianosanita.it, “l’Italia continua ad essere, tra i paesi europei, quello con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare: la percentuale di bambini in sovrappeso è del 20,4% (era del 23,2% nel 2008/2009) e di bambini obesi del 9,4% (era 12,0% nel 2008/9), compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%“. “Questi dati mostrano alcuni miglioramenti, con un’ulteriore riduzione dell’eccesso ponderale nei bambini del nostro Paese, ma ci ribadiscono che bisogna insistere con le strategie di prevenzione e promozione dei corretti stili di vita – ha detto al magazine Angela Spinelli, direttrice del Centro nazione per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute dell’ISSanche in questo attuale contesto pandemico e in possibili condizioni di lockdown. Costretti a stare in casa possiamo cogliere l’occasione per trasformare questa situazione in una nuova opportunità di salute, modificando in meglio le nostre abitudini alimentari e praticando del movimento anche in ambienti confinati”.

A non aiutare, tuttavia, potrebbe essere anche l’utilizzo smodato di tablet e smartphone. A illustrarne l’impatto sulla salute dei più piccoli era già stato uno studio del 2017, condotto dal Centro per la Salute del Bambino di Trieste in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri. “C’è una consapevolezza sempre più diffusa – spiegava all’epoca un articolo dell’agenzia stampa AGI delle conseguenze che quest’esposizione produce sulla salute mentale, provocando ansia, insonnia, aggressività e una ridotta capacità di empatia, mentre non c’è altrettanta coscienza dei pericoli fisici dovuti all’immobilità prolungata, che può causare obesità, diabete tipo 2, disturbi ostearticolari e disturbi visivi per non parlare degli effetti delle onde elettromagnetiche, che possono generare tumori cerebrali e problemi riproduttivi”..

Insomma, anche in una situazione di confinamento, è necessario ridurre l’utilizzo dei tablet e cercare, per quanto possibile, di far fare ai propri figli attività fisica. La loro salute e il loro benessere psicofisico ne risentiranno.