Autismo. 1 minore su 77 presenta un disturbo dello spettro autistico. Non lasciamo sole le famiglie!

È urgente, rimarca la Cei: “promuovere percorsi di inclusione sociale basati sulle specifiche competenze/abilità di ogni studente e finalizzati alla socializzazione, all’inserimento lavorativo permanente”.

Quanti sono i bambini in Italia a presentare disturbi dello spettro autistico ASD?

Secondo un rilevamento effettuata nell’ambito del “Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico” co-coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute si stima che nel nostro Paese un minore su 77, tra i 7 e i 9 anni, presenti tale disturbo. In prevalenza i maschi, 4,4 volte in più rispetto alle femmine.

Per riportare l’attenzione sui diritti delle persone nello spettro autistico, l’organizzazione delle Nazioni Unite, nel 2007 ha istituito la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo, che si svolge ogni anno, in tutto il mondo, nella giornata del 2 aprile.

Disturbi dello spettro autistico: molta strada c’è ancora da fare

Proprio in occasione della giornata del 2 aprile, il Tavolo sull’Autismo dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute, ha voluto rimarcare: “il grido inascoltato delle famiglie che denuncia la carenza, in molte aree del nostro Paese, di professionalità e di opportunità per la diagnosi e l’intervento precoce e la costante violazione del diritto ad avere pari opportunità educativa e di sviluppo professionale”.

L’assistenza è fondamentale. Il disturbo dello spettro autistico infatti, come sottolinea Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università Cattolica di Roma, primario dell’Ospedale Bambino Gesù e coordinatore del Tavolo, sulle pagine di Avvenire:

“Ha caratteristiche croniche e tende a perdurare per tutta la vita, richiedendo un grande impegno per la cura e l’assistenza a tutte le età, considerando anche che la metà dei casi è accompagnata da una disabilità intellettiva. L’autismo è inserito nei livelli essenziali di assistenza, ma l’offerta di trattamenti efficaci con dati di evidenza è ancora troppa scarsa”.

E capita ancora troppo spesso che  i genitori, si ritrovino soli.

“Non di rado le famiglie sono costrette a pagare le cure, oltre a doversi far carico di tutto l’impegno e lo stress che la situazione comporta – spiega Vicari .

Cosa si può fare?

In Italia sono ancora troppo poche le strutture in grado di rispondere al bisogno di diagnosi e terapia sancito dai livelli essenziali di assistenza – spiega la Conferenza Episcopale Italiana in una nota-  in questo panorama spicca l’impegno dei 14 enti  di ispirazione cristiana che con 52 sedi operative, sparse in Italia, seguono oltre 28 mila persone con autismo”.

È urgente, inoltre, rimarca la Cei: “promuovere percorsi di inclusione sociale basati sulle specifiche competenze/abilità di ogni studente e finalizzati alla socializzazione, all’inserimento lavorativo permanente o all’avvio di esperienze per la creazione d’impresa, micro impresa o autoimpiego”.