Le considerazioni, di Carla Garlatti, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in merito alle proposte di riforma del sistema dell’affido in Italia
Garantire il contradditorio tra le parti, evitare gli automatismi, rafforzare i controlli da parte delle procure nelle comunità di accoglienza, prevedere al più presto la piena attivazione della banca dati nazionale dei servizi e degli interventi a tutela di bambini e adolescenti, prevista per legge.
Sono queste solo alcune delle considerazioni, di Carla Garlatti, autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, in merito alle proposte di riforma del sistema affido in Italia, rese note dall’autorità durante la sua audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti nella comunità “Il Forteto”.
Riportiamo di seguito le riflessioni dell’autorità garante, così come indicate sul sito istituzionale dell’AGIA.
Garantire il contraddittorio tra le parti
In merito alle proposte di riforma del sistema affido, all’esame del Parlamento, l’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha sottolineato come:
“L’autorità giudiziaria dovrebbe poter esaminare le vicende caso per caso senza essere sottoposta ad automatismi.
“È importante, in ogni caso, che in tutte le fasi del procedimento sia garantito il contraddittorio tra le parti” afferma Garlatti. “Il giudice dovrebbe poi poter ricavare dalle relazioni i fattori oggettivi alla base delle valutazioni espresse dai servizi sociali – che vanno formati ad hoc e rafforzati – e le parti dovrebbero sempre poter leggere le relazioni dei servizi. Lo stesso minore ha diritto di essere ascoltato, sempre che abbia un adeguato discernimento”.
Nei casi d’urgenza previsti dall’articolo 403 del Codice civile, che non va abrogato ma riformato, il provvedimento andrebbe inviato immediatamente al pm minorile e, se ritenuto ammissibile, sottoposto a conferma da parte del tribunale per i minorenni.
NO alla decadenza automatica dell’affido
“Garlatti, inoltre, si è detta contraria alla decadenza automatica dell’affido dopo un determinato termine senza che sia previsto uno strumento adeguato a tutela del minore nel caso in cui la famiglia d’origine non abbia superato le problematiche che avevano provocato l’allontanamento”.
Rafforzare i controlli nelle comunità
“Quanto alle comunità, poi, vanno rafforzati i controlli già in capo alle procure e applicate le linee di indirizzo per l’accoglienza approvate il 14 dicembre 2017 dalla Conferenza Stato-Regioni. “I controlli sono importanti, così come l’applicazione delle sanzioni – ribadisce Garlatti – ma resta fondamentale agire in prevenzione per evitare al minorenne qualsiasi forma di danno”.
Prevedere una banca dati nazionale
“Aiuterebbe il monitoraggio e la programmazione delle politiche in materia. A tal proposito l’Autorità garante ha suggerito la piena attivazione di quella nazionale dei servizi e degli interventi a tutela di bambini e adolescenti, prevista per legge”.
Il primato della famiglia
“I minorenni hanno diritto di crescere nella propria famiglia, ma quando questa presenta aspetti disfunzionali l’allontanamento diventa necessario, proprio a sua tutela. In questi casi il minorenne andrebbe affidato a una famiglia e ove questo non sia possibile collocato in comunità”.