Lo sostiene padre Vincent De Mello, sacerdote della diocesi di Parigi. “Si impara il decentramento”
Fare dormire insieme fratelli e sorelle nella stessa stanza? Può apportare diversi benefici. Lo sostiene convintamente, con un editoriale su Aleteia.org, padre Vincent De Mello, sacerdote della diocesi di Parigi. “In molte famiglie – scrive padre De Mello – c’è la stanza dei piccoli e quella dei grandi, finché uno dei grandi non ottiene la propria camera. La collocazione geografica domestica segna con discrezione le tappe di una storia familiare”.
“In certe famiglie – prosegue – ho notato un altro modo di fare che ritengo davvero molto positivo. Decidono di mettere nella stessa camera un piccolo e un grande, ma dello stesso sesso. I ritmi sono diversi, ma almeno non possono ignorarsi né evitarsi. È un’opportunità per ‘lavorare’ sulle relazioni tra fratelli e sorelle. Il più grande esercita come un piccolo apostolato con il più giovane, spesso lo fa pregare per esempio. Questo stretto contatto contribuisce a far sì che i piccoli e i più grandi si conoscano davvero perché la verità è che possiamo anche essere fratelli e sorelle e non conoscerci bene. Nel periodo di tempo in cui si vive sotto lo stesso tetto, è necessario che i legami si creino al di là delle discussioni e degli attriti”
Dormire tra fratelli e sorelle nella stessa stanza? Fa bene
“Sono convinto – aggiunge il prelato – che al di fuori della famiglia, altri luoghi possono essere molto importanti per costruire questa relazione. Resta il fatto che, tra fratelli, c’è qualcosa da costruire nella vita quotidiana a casa”.
“Il decentramento, il dono di sé – prosegue padre De Mello – si impara già con i fratelli e le sorelle. Senza affollare le camere e senza sopprimere gli spazi di intimità, questi cambiamenti in casa possono talvolta aiutarci a guardare al fratello (o alla sorella) in modo diverso e a capirlo meglio. I fratelli sono proprio quei prossimi che dobbiamo imparare ad amare. Che Gesù ci comanda di amare. E Lui non aveva ‘dove posare il capo’, dormendo probabilmente ogni notte accanto ad un nuovo discepolo”.
Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it per fissare un incontro