Pedagogisti riconosciuti. Una svolta per cambiare la scuola italiana

Dopo decenni di attesa, il Parlamento Italiano approva la legge per l’istituzione dell’Ordine delle professioni pedagogiche e educative. Una piccola rivoluzione che promette un futuro di crescita per le nuove generazioni

Finalmente, il Parlamento ha sanato una mancanza che sembrava quasi un paradosso: nel Paese di Maria Montessori, la più grande pedagogista dei tempi moderni, la professione pedagogica non aveva fino ancora una collocazione riconosciuta.
Con l’approvazione della Legge per l’istituzione dell’Ordine delle professioni pedagogiche e educative, si chiude una pagina bizzarra nella storia della disciplina.

Ordine delle professioni pedagogiche e educative

La nuova Legge rappresenta una svolta significativa, conferendo alla scienza pedagogica un ruolo legittimo, superando le vecchie concezioni che la relegavano in un limbo teorico e filosofico. Negli ultimi decenni, definirsi pedagogisti era complicato, ma oggi questo titolo acquisisce finalmente un valore professionale riconosciuto, applicabile in diversi ambiti educativi, dal rapporto genitori-figli all’attività sportiva e catechetica.

Un riconoscimento importante

Nonostante la pedagogia sia fondamentale per la scuola, l’Italia rimaneva l’unico Paese europeo senza una figura pedagogica riconosciuta nel contesto scolastico, a differenza di altre nazioni dove è considerata essenziale. Alcune Regioni hanno mantenuto il coordinamento pedagogico negli asili nido e nelle scuole paritarie, ma nelle scuole statali, la pedagogia era assente.
Il sistema di reclutamento degli insegnanti, soprattutto nella scuola secondaria, ha privilegiato la conoscenza della materia a discapito delle competenze pedagogiche necessarie per organizzare l’apprendimento. Anche i dirigenti scolastici sono stati selezionati per le loro abilità amministrative piuttosto che pedagogiche.

Le novità per la scuola italiana

Recentemente, il ministero dell’Istruzione ha proposto di reintrodurre i giudizi sintetici nella scuola primaria, nonostante l’opposizione del settore pedagogico italiano. La scuola ha visto un incremento di psicologi, ma la vera necessità rimane quella delle figure pedagogiche, senza le quali si rischia di perdere un linguaggio comune e di cadere in una burocrazia incomprensibile, fatta di sigle e termini astrusi.

Una base per le nuove generazioni

La pedagogia offre la possibilità di superare l’accademismo e il fai-da-te, costruendo una base comune per i processi di crescita delle nuove generazioni. Il sostegno educativo ai genitori diventa un elemento cruciale, e l’auspicio è che queste nuove figure professionali possano affermarsi nella nostra società, non come lobby superflue, ma come risposta alle crescenti necessità educative avvertite dalle istituzioni e dagli educatori.

[Fonte: Avvenire]