Attenzione, positività e fiducia. L’importanza di una corretta comunicazione all’interno delle comunità di accoglienza per minori

La comunicazione è importante in tutti i processi di relazione umana, ma in  comunità assume un ruolo fondamentale, perché attraverso una comunicazione efficacie si può costruire un’efficacie relazione educativa”

Una buona comunicazione è importante per relazionarsi correttamente in ogni contesto della nostra vita. Dalla famiglia, al lavoro, alle incombenze quotidiane. Ma lo è ancora di più all’interno delle comunità di accoglienza per minori, dove “comunicare” correttamente con i ragazzi è un elemento fondamentale per costruire relazioni educative positive.

Ne abbiamo parlato con Diego Moretti, pedagogista e responsabile CEFAM (Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori) In Ai.Bi. dal 2014, dove ha ricoperto nel tempo differenti ruoli, attualmente Diego si occupa di formazione e sostegno alla genitorialità.

Le parole hanno valore

Una corretta comunicazione è importante in tutti i processi di relazione umana, ma in  comunità assume un ruolo fondamentale, perché attraverso una comunicazione efficacie si può costruire un’efficacie relazione educativa – spiega Diego Moretti – Proprio per questo abbiamo pensato, con Cefam, di proporre un corso di formazione ai nostri educatori  in cui spiegare l’importanza delle parole, del contesto in cui vengono utilizzate, permettendo loro di riflettere sul fatto che, il nostro interlocutore può manifestare degli stati d’animo da dover interpretare, per far si che la nostra comunicazione risulti veramente valida”.

E in effetti una corretta interpretazione delle emozioni è un requisito importante da non sottovalutare per riuscire a veicolare un messaggio nella maniera più corretta possibile senza che venga frainteso dal nostro “ricevente”.

“ È importante prestare attenzione al non verbale, all’atteggiamento, alla postura, alle mani – sottolinea il responsabile CEFAM– In base a quello che voglio comunicare devo cercare di trovare nuove strategie per mettere a proprio agio l’ interlocutore”.

Attenzione, positività e fiducia.

Sono queste le parole che, secondo Diego Moretti dovrebbero caratterizzare una comunicazione ben riuscita.

 Una comunicazione per essere efficacie deve essere attenta.

Il primo requisito di una corretta comunicazione, soprattutto nelle comunità di accoglienza è racchiuso nel termine “Attenzione” all’obiettivo, alle persone, al contesto.

“ Una corretta comunicazione deve essere consapevole ed orientata. Utilizzate la voce, il corpo, il tono – spiega Diego – Le parole che utilizzerò inevitabilmente avranno un impatto e se questo processo comunicativo viene realizzato in maniera errata può avvenire un disastro. Ad esempio – continua – mai riprendere un minore davanti al gruppo. È sempre meglio rimproveralo in separata sede”.

… Positiva

E’ importante quando comunichiamo mettere a proprio agio il ricevente del nostro messaggio. Porre il contenuto della comunicazione in modo tale che l’altro possa accettarlo positivamente: “Potevamo studiare di più”.

Per il raggiungimento di questo obiettivo gioca  un ruolo fondamentale la comunicazione non verbale. “È importante sapere quando dare una pacca sulla spalla o fare l’occhiolino per dimostrare complicità con i ragazzi– racconta Diego – La comunicazione non verbale deve essere utilizzata per rinforzare i nostri messaggi verbali. In questo modo il messaggio arriva di più e in maniera più forte”.

La comunicazione che si instaura tra educatore e minore è fondamentale per instaurare una sana relazione educativa:  “Qualsiasi cosa che si fa insieme ha una valenza educativa se viene realizzata con un adulto che ha un’intenzionalità, un fine educativo – chiarisce il pedagogista – anche solo guardare un film assieme sul divano. Se l’educatore comunica male, mina le basi di una buona relazione educativa”.

…Creare fiducia

Ma cosa accade quando la comunicazione viene male impostata?

Nessuna paura è ancora possibile recuperare, ma solo se: “C’è l’umiltà da parte dell’operatore  di capire di aver sbagliato, perché magari un metodo che va bene per alcuni non va bene per altri – sottolinea Diego –e a volte chiedere scusa. Perché anche chiedendo scusa si può educare ed iniziare nuovamente da capo”.

Il ruolo del silenzio

Ed infine è importantissimo anche il ruolo del silenzio.

L’assenza di parole è infatti un modo per essere accanto, per far sentire la propria presenza, che a volte può assumere anche una valenza molto forte. “Quando un ragazzo piange, basta esserci – chiarisce Diego – Sedersi vicino e stare li al suo fianco. Nel silenzio il ragazzo non si sente solo, si sente accolto e sa che se vorrà e quando vorrà, ci sarà qualcuno lì con lui pronto ad ascoltarlo”.

Comunicare bene è fondamentale soprattutto in ambito educativo. Proprio per questo la cooperativa AIBC e CEFAM organizzano il 18 novembre un webinar dal titolo: “Per una comunicazione efficace: parole contesti e ruoli”  rivolto agli operatori del sociale che lavorano in contesti residenziali come comunità educative minori, mamma bambino e alloggi per l’autonomia.

Per maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica cefam@fondazioneaibi.it  o chiamare il numero 340.00.88.431

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