Dopo la bimba morta a Palermo nel mirino del Garante della Privacy anche Facebook

L’Autorità Garante della Privacy ha aperto un fascicolo riguardante Facebook e Instagram dove la bambina palermitana possedeva più profili. Il social ha 15 giorni di tempo per rispondere.

 

Dopo il caso della bimba di 10 anni morta per un’assurda competizione sul social Tik Tok, il Garante della Privacy vuole vederci chiaro.

Prima ha ordinato al social il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica fino al 15 febbraio ed ora ha aperto un fascicolo riguardante Facebook e Instagram dove la bambina palermitana possedeva più profili.

In particolare l’Autorità ha chiesto a Facebook, che controlla anche Instagram, di fornire una serie di informazioni, a partire da quanti e quali profili avesse la minore, spiega la nota del Garante e come sia stato possibile, per una minore di 10 anni, iscriversi alle due piattaforme. Ricordiamo infatti che inItalia i minori di 14 anni non possono acconsentire al trattamento dei propri dati personali. Dovranno essere i genitori a prendersi tale responsabilità.

L’Autorità Garante della Privacy ha poi richiesto al social di spiegare in maniera chiara le modalità di iscrizione ai due social e le verifiche dell’età dell’utente adottate per controllare il rispetto dell’età minima.

Facebook dovrà dare riscontro al Garante entro 15 giorni.

Il social dal canto suo ha assicurato piena collaborazione con l’Autorità si legge su Repubblica: “In questo tragico momento, le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia della bambina. Sicurezza e privacy sono le più grandi priorità per Facebook e Instagram. Collaboreremo pienamente con l’Autorità Garante per la Privacy”.