Adozione e scuola. Anche se molto vivace non deve stare sempre fuori dall’aula

Sono una giovane insegnante della scuola primaria e fra poco nella mia classe sarà inserito un nuovo alunno, un bimbo adottato e, a quanto riferiscono, molto vivace. Non ho mai avuto esperienza di adozioni, avete dei suggerimenti per me?

Chiara

Cara Chiara
a breve inizierà l’anno scolastico e dopo quello appena passato, si ritornerà finalmente in classe in presenza e ti hanno comunicato che fra gli alunni sarà inserito un bambino adottato molto vivace.

Partiamo dal fatto che i bambini vivaci sono sempre molto “stimolanti” perché costringono noi adulti a trovare nuove modalità di incanalare e valorizzare la loro energia e curiosità.
Rispetto all’adozione, invece, il Ministero dell’Istruzione, a fronte di studi e analisi realizzati anche in Italia che hanno accertato in molti alunni adottati (anche senza DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento) deficit di concentrazione, di attenzione, di memorizzazione, di produzione verbale e scritta e alcune funzioni logiche, nel mese di dicembre 2014 ha stilato delle linee-guida per la scuola al fine di garantire alle famiglie strumenti utili al percorso di crescita scolastica dei propri figli.

Bimbi adottati a scuola. Le linee guida del MIUR

In estrema sintesi le linee guida del Ministero dell’Educazione prevedono la possibilità di:

  • concordare l’iscrizione e i tempi di inserimento a scuola;
  • concordare un PDP (Piano Didattico Personalizzato); avere un tutor o un “facilitatore linguistico” (ove necessario);
  • fissare un incontro preventivo ad ogni passaggio di ordine e grado di scuola perché “l’essere adottati rappresenta una condizione esistenziale che dura tutta la vita”;
  • prevedere un lavoro coordinato tra scuola, famiglia, servizi sociali e associazioni familiari che si occupano di adozione sul territorio;
  • richiedere al Preside, all’insegnante referente per i percorsi di inserimento scolastico per i bambini adottati e ai docenti le attenzioni e la formazione indicate nelle linee-guida del Ministero dell’Istruzione;

Creatività nella gestione del gruppo

Un consiglio che sentiamo di offrirti è quello di provare ad essere creativa sia nella gestione del gruppo classe, cercando di valorizzare le caratteristiche di ciascuno dei tuoi alunni (a maggior ragione per il prossimo anno scolastico, vista la fatica vissuta dai bambini a causa del Coronavirus e del Lockdown), sia di valutare attentamente le metodologie e i contenuti da proporre nel programma scolastico. Crediamo che la fatica più grande per un insegnante sia quella di conoscere i singoli alunni e di decidere la modalità di approccio con ciascuno di loro e del gruppo classe.
Di fronte a un bimbo adottato, e magari anche da poco tempo, è importantissimo un lavoro di rete fra tutte le persone che ruotano attorno a lui (come indicato nelle linee guida), rispettando i suoi tempi e bisogni.

Ascoltare la famiglia

Ascoltate la famiglia. Ascoltate l’associazione o i servizi sociali che hanno curato l’iter adottivo. Partite sempre dalla voglia di conoscere il bimbo e i suoi bisogni e poi cercate di ‘rompere gli schemi’ per riuscire a entrare in relazione con lui. Una delle prime necessità di un bambino adottato, a cui la scuola può rispondere, è quella di creare relazioni. La scuola, attraverso gli insegnanti e i referenti esperti in materia, deve pensare a un progetto personalizzato per favorire il suo stare bene in aula.

La finalità non è quella di stigmatizzare l’alunno adottato ma assicurare ad ogni minore un adeguato percorso di inserimento scolastico.
La nostra realtà è sempre a disposizione per offrire suggerimenti, consigli e indicazioni per tutte le persone, famiglie e agenzie di socializzazione che si occupano del prendersi cura dei bambini.

Non esitare a contattarci al 3400088431 oppure a richiedere una consulenza scrivendo a cefam@coopaibc.it

In bocca al lupo per questo nuovo anno scolastico

Staff AIBC