Disabilità. Dopo 30 anni, la legge 104 del 92 è ancora valida?

“Occorre arrivare alla totale rimozione delle barriere che possono ostacolare la partecipazione piena ed effettiva delle persone con fragilità alla società. Altrimenti si perderà lo spirito di questa legge” Alda Cattelini (Aias)

1992 – 2022, la legge 104: “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” compie 30 anni. Trent’anni di civiltà a favore dell’inclusione di tutti gli individui nella vita del nostro Paese. Una legge che, come spiegato da Alda Cattelini, dell’Aias (Associazione Italiana Assistenza Spastici), intervistata dal web magazine Interris, si è posta l’obiettivo di: “garantire l’integrazione nonché il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona con disabilità e la piena integrazione nel lavoro, nella società, nella famiglia e nella scuola”.

Dal 1992 ad oggi, diverse sono state le modifiche e le integrazioni apportate alla legge ma, sottolinea la Cattelini: “la sua valenza originaria è rimasta la stessa”.

L’aspetto più importante – riflette– che sta alla base di questa legge è la consapevolezza che la persona con disabilità è l’Uomonel complesso della sua personalità, non connotata da una sola dimensione, che però deve essere messa al centro di un complesso numero di interventi sinergici con l’obiettivo di dare prospettive concrete di inclusione…”.

 Ma la legge 104 del 1992 pone l’accento anche sul diritto dei familiari di accudire un membro della famiglia disabile, usufruendo di alcune agevolazioni come i permessi (art. 33) e sul diritto all’educazione, all’istruzione oltre che alla piena integrazione scolastica, che come si legge nell’art. 12 della norma: “ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”. Perché: “L’esercizio del diritto all’educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né di altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap”.

Insomma, utilizzando le parole della Cattelini: “Si può dire che lo spirito che ha connotato questa legge è la speranza”.

Tanto è stato fatto, ma ancora di più c’è da fare per giungere come spiega nell’intervista Alda Cattelini: “alla totale rimozione delle barriere che possono ostacolare la partecipazione piena ed effettiva delle persone con fragilità alla società. […] Bisogna agire nell’ottica di favorire nonché incrementare le possibilità delle persone con disabilità di autodeterminarsi nella società attraverso la realizzazione dei propri sogni e obiettivi, ciò rappresenta la misura dell’avanzamento morale e civile di una società”.