Chiusi in camera loro, escono solo per mangiare e poi vi rientrano…
Il 2020, nonostante tutto, non è stato per i giovani un anno sprecato. Ne è certo Massimo Ammaniti luminare della Neuropsichiatria infantile che in un’intervista a Molto Salute racconta: “per superare al meglio gli ostacoli e gli effetti di questi mesi difficili bisogna aiutarli a capire, se non l’hanno capito da soli, quali sono le scoperte che la pandemia ci ha permesso di fare, ovviamente oltre tutti i drammi che conoscono e la mancanza fondamentale della scuola”. Siamo divenuti tutti più consapevoli della bellezza di una passeggiata, di una chiacchierata con un amico o di un abbraccio. Abbiamo acquisito una maggiore consapevolezza.
Certo, bambini ed adolescenti sono stati senza dubbio i grandi dimenticati di questa pandemia, gli esiti estremi di questa mancanza di attenzione sono sotto gli occhi di tutti ( aumento considerevole di atti di autolesionismo, tragedie legate ad uno stile di vita sempre meno fisico e più virtuale, ansia, abbandono scolastico…).
I ragazzi cercano sensazioni forti
“In casa gli adolescenti passano gran parte del tempo chiusi nella loro stanza, da cui escono solo per mangiare – commenta Massimo Ammaniti – E quando si lanciano all’esterno vogliono recuperare quello che hanno perso. Cercano sensazioni forti, magari con alcol e droga. Molto importanti sono per questo la presenza e l’attenzione dei genitori. Sono comunque certo che i Coronnials ce la faranno!”.
Trasformare la noia in uno stimolo
E tra il turbinio di emozioni e sensazioni che coinvolgono i più giovani in questo periodo così complicato, il professor Ammaniti parla anche della noia, un’emozione che molti ragazzi non avevano mai sperimentato prima ma che può certamente trasformarsi in uno stimolo importante: “la sperimentazione del vuoto è importante e formativa. Una volta, finita la scuola, a giugno, ci si annoiava, e in quella situazione nascevano nuove idee. Nuove strade da andare a conoscere. Il cervello ha uno straordinario bisogno di stimoli per maturare e crescere. Questo devono capirlo e farne tesoro”.
Insomma quest’anno potrebbe lasciare ai giovani anche qualche cosa di buono, ma solo se “ si sarà capaci di fare un’analisi completa della situazione, valutando anche i nuovi stimoli per la formazione, potremo dire – conclude il neuropsicologo – che non è stato un anno sprecato”.