“Due giovani su tre sono soddisfatti della propria vita. Solo un ragazzo su cinque non è contento del proprio aspetto. Fra gli elementi importanti della vita segnalati compare al primo posto la libertà, l’amicizia, e alla pari, poi, divertimento e famiglia”
Il 47% degli adolescenti (un ragazzo su due) si dichiara non credente, ma il 37% dei giovani, (compresa una buona parte di chi si professa lontano dalla fede) continua a frequentare gli oratori.
Per quanto riguarda le figure di riferimento: per il 61% è e rimane sempre e comunque la mamma, mentre i giovanissimi che guardano a sacerdoti ed educatori dell’oratorio sono solo l’ 1%.
Son questi alcuni dei risultati della ricerca svolta da Ipsos sui ragazzi italiani dai 14 ai 18 anni, nell’ambito del progetto “Seme diVento”, realizzato dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile, l’ufficio catechistico nazionale e l’ufficio nazionale per la pastorale della famiglia.
“Obiettivo del percorso – sottolinea mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale, si legge sulla pagina della Pastorale giovanile- è “ascoltarli e dialogare con loro” oltre che fare “una verifica per capire come la comunità cristiana si è posta nei loro confronti”.
“L’invito è a “lasciarsi raggiungere dal grido degli adolescenti” – osserva fra Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia “questo strumento potrebbe aiutare a creare una comunità capace di accoglierli”.
I Giovanissimi di oggi quindi, sembrano essere più distaccati dalla fede, ma allo stesso tempo, come riporta l’indagine di cui parla anche Avvenire, molto impegnati nel sociale: il 48% lo definisce “importante e la pandemia non li ha fermati”.
Ma non basta, perché, tra gli elementi dell’indagine riguardanti i giovani a colpire di più Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia “relativamente alla pandemia – racconta il presidente di Ipsos a Vatican News– è che hanno saputo cogliere molti aspetti positivi pur in presenza di un impatto negativo sulle proprie relazioni, sulla frequentazione dei propri amici. Riescono ad avere uno sguardo rivolto al futuro che è prevalentemente ottimista. Si aspettano sostanzialmente una società diversa, più attenta all’ambiente, più solidale, più inclusiva. Quindi la situazione vissuta non ha minato le loro speranze”.
Per il 38% di loro, infatti le restrizioni dovute al coronavirus sono state valutate come un’occasione di crescita. Per il 57% la dad è stata un’esperienza positiva.
Ragazzi postivi, speranzosi ed ottimisti quindi: “quando si parla di ragazzi spesso si pensa che non siano soddisfatti delle loro vite –riporta Vatican News raccontando quanto sottolineato da Pagnoncelli– Invece due giovani su tre sono soddisfatti della propria vita. L’altro elemento cui si pensa è che non siano contenti del loro aspetto fisico: invece solo uno su cinque non è contento. Fra gli aspetti importanti della vita segnalati compare al primo posto la libertà, l’amicizia, e alla pari, poi, divertimento e famiglia. Tutti elementi di una forte attenzione a questi aspetti della vita”. E per il 47% di loro la “famiglia ne è uscita rinforzata.