Adozione internazionale. La supervisione, opportunità fondamentale per gli operatori

Il progetto della regione Lazio offre un’opportunità di dialogo, formazione e supporto per gli operatori coinvolti nella tematica adottiva e le istituzioni. In questa testimonianza la Dott.ssa Monica Tomassoni, psicologa Ai.Bi., racconta il valore di questa attività

La Dott.ssa Monica Tomassoni, psicologa Ai.Bi., da molti anni partecipa al gruppo di Supervisione nell’ambito del progetto della regione Lazio dedicato al post-adozione e alle crisi adottive, coordinato dal Dott. Alberto Serafini psicologo consultoriale che ha sostituito il dott. Leonardo Luzzatto che è andato in pensione.

La testimonianza di Monica Tomassoni, psicologa di Amici dei Bambini

Il progetto prevede diverse azioni per rispondere ad un fenomeno piuttosto diffuso, ma che incontra poca risposta specialista nei Servizi Territoriali. Stiamo parlando delle difficoltà o crisi che le famiglie adottive incontrano nel loro ciclo vitale, in particolar modo al momento dell’adolescenza dei figli. Il progetto prevede, da una parte, percorsi di terapia individuale e/o familiare e gruppi di sostegno per genitori adottivi e, dall’altra, la supervisione per gli operatori. Le situazioni critiche possono essere segnalate dagli operatori territoriali o dagli Enti che hanno seguito le coppie nel corso dell’adozione internazionale. I diversi casi continuano ad essere presi in carico dal “case manager”, che rappresenta il referente ultimo responsabile della gestione del caso. Il progetto fornisce interventi integrativi specifici e mirati che non potrebbero svolgersi nella quotidiana operatività dei Servizi socio sanitari.

Un dialogo tra operatori e istituzioni

Il progetto vuole favorire il dialogo ed il lavoro integrato tra operatori e istituzioni che a vario titolo sono coinvolti nella tematica adottiva, affinché il lavoro di rete non resti solamente una dichiarazione d’intenti, ma diventi una prassi concreta. Come già detto, tra le attività proposte vi sono i gruppi di supervisione, che vedono la partecipazione degli operatori, dei consultori e del TSMREE della Asl Roma2, di giudici onorari del TM di Roma e delle psicologhe degli Enti Autorizzati per l’AI. Gli incontri sono tenuti da esperti in materia. La mattinata si apre con un caso portato dagli operatori all’attenzione del supervisore e del gruppo. Si è trattato ad esempio di casi in cui è emersa la problematica delle origini in adolescenza, di situazioni in cui vi era la gestione di fratrie numerose, o di crisi aperte di fronte ad aspettative deluse, o lutti e traumi irrisolti da parte dei genitori che avevano dato vita a difficoltà relazionali. Il supervisore ed il gruppo ascoltano con atteggiamento di apertura non giudicante e forniscono rimandi e spunti di riflessione utili alle operatrici che presentano il caso, ma anche al resto del gruppo.
La supervisione si muove sempre su un doppio registro:
un focus sulla dinamica familiare e l’analisi della situazione, un focus relativo alle risonanze personali degli operatori, alla loro relazione con i casi, al modo di funzionare dell’istituzione o della relazione tra istituzioni.
Talvolta vengono proposti anche casi di coppie che sono ancora in fase di studio di coppia perché gli operatori individuano criticità che creano incertezza sulla concessione dell’idoneità. Un progetto molto utile sia per le dinamiche di rete tra gli operatori pubblici e quelli degli enti impegnati nell’accompagnamento delle famiglie adottive sia per le famiglie stesse.

Dott.ssa Monica Tomassoni, psicologa di Amici dei Bambini