Dipendenze da alcool e gioco d’azzardo: due problematiche sottovalutate negli over 65

La solitudine, il cambio repentino di vita, dall’essere “produttivo” nella società ad avere gran parte della giornata da riempire; il timore di essere diventato inutile, di non servire più a nessuno… È  in queste vulnerabilità che si insinuano le dipendenze

Secondo quanto riportato dall’Istituto Superiore di Sanità, circa un anziano su cinque è a rischio di contrarre “patologie e problemi di alcool correlati”.  A lanciare l’allarme è Famiglia Cristiana che sottolinea anche come, nel 2019, il gioco d’azzardo abbia bruciato 111 miliardi, “quasi la stessa entità della spesa sanitaria”.

La solitudine, il cambio repentino di vita, dall’essere “produttivo” nella società ad avere gran parte della giornata da riempire, il timore di essere divenuto inutile, di non servire più a nessuno… È in queste vulnerabilità che si insinuano le dipendenze, che siano l’alcool oppure il gioco e le “macchinette”, con il carico di sofferenza e di vergogna che queste comportano.

I giocatori e i bevitori ‘tardivi’ – sottolinea Famiglia Cristianaovvero che cominciano ad avere comportamenti patologici dopo i 65 anni di età, sono un fenomeno che gli assistenti sociali conoscono bene: dopo una vita assolutamente “regolare”, la fase della pensione, una vedovanza, i figli lontani, rendono gli anziani estremamente vulnerabili”. Tenendo poi conto che non l’avanzare dell’età si abbassa la soglia di resistenza all’alcool.

Come riconoscere i segnali di allarme dell’abuso di alcool?

Lo spiega Sara Pizzetti, educatrice professionale e coordinatrice di custodi sociali a Milano sempre sulla versione online del noto settimanale: “La progressiva trascuratezza nella propria persona e nella casa; la presenza di bottiglie negli scaffali; l’addome gonfio; le mani arrossate; i problemi di deambulazione. E, poi, la richiesta di comprare alcol nella spesa mensile, il denaro della pensione che finisce rapidamente e che non basta per arrivare a fine mese, il nervosismo se non l’aggressività quando si tenta di affrontare la questione”.

 Informare e sensibilizzare è davvero importante, oltre che, sottolinea Famiglia Cristiana: “Valorizzare tutti i momenti di aggregazione degli anziani e impiego positivo del tempo, sostenendo tutti i luoghi aggregativi ‘sani’ alternativi a quelli a rischio (ad es. i centri aggregativi per anziani, sedi associative dedicate, Università della terza età)…”