Ora Stefano, 15 anni, è cresciuto. Sta meglio, è diventato più forte e sente il dovere di aiutare chi si trova nella sua stessa situazione, chi come lui ieri, oggi non riesce a chiedere aiuto.
Stefano è un ragazzo di 15 anni, che come è capitato a tanti giovani della sua età è stato vittima in passato di episodi di bullismo.
Stefano è nato in Toscana ma è di origine rumena, alle spalle moltissimi trasferimenti, ha cambiato abitazione tante di quelle volte che non bastano le dita delle mani per contarle. Un’infanzia non facile, soprattutto quando a scuola sei vittima dei cosiddetti bulli.
A raccontare la storia di questo adolescente è il quotidiano il Messaggero, una percorso di vita che può essere stimolo per tanti altri giovani che vivono la sua stessa situazione.
Un bravo ragazzo Stefano: a scuola la mattina, poi l’aiuto al papà in officina e la sua grande passione il teatro.
“Ora con i social è cambiato tutto – racconta al Messaggero – i più sensibili sono vittime da prendere di mira e sempre più persone sfogano la loro rabbia repressa on line. E questo succede anche nella scuola, non c’è distinzione anzi, forse la scuola è più pesante perché ci si vede fisicamente tutti i giorni. Anche più pericoloso”.
Lo scatto che ha permesso a Stefano di far sentire la sua voce, di raccontare il suo vissuto, di non essere più preda della vergogna e di raccontare la sua vicenda per essere anche d’esempio ad altri giovani è stato un concorso indetto proprio dal quotidiano romano.
Stefano da bambino è stato vittima silenziosa di dispetti e di soprusi: “ Violenze sia verbali che fisiche, da piccolo, sia alle elementari che alle medie, non ho detto niente, non riuscivo ad esprimermi in modo tale da farmi aiutare, avevo paura. Mi confidavo con dei miei amici ma non chiedevo aiuto”.
Ora Stefano è cresciuto. Sta meglio, è diventato più forte e sente il dovere di aiutare chi si trova nella sua stessa situazione, chi come lui ieri, oggi non riesce a chiedere aiuto.
“ la mia felicità grande – racconta Stefano al Messaggero– è stata proprio quando ho capito che potevo aiutare qualcuno, ho cominciato a farlo on line, a parlare con dei ragazzi, a dar loro dei consigli. E io ho capito che più mi apro e più sto bene, spacco barriere per questo amo il teatro. Ho i modi e i mezzi per essere felice”.