Come gestire una separazione matrimoniale? L’importanza della mediazione familiare

“Le domande di separazione sono trasversali, ma le ragioni sono quasi sempre le stesse: infedeltà o penuria di quattrini. Con la pandemia la contiguità coatta ha esacerbato conflitti già presenti”. 

 Mettere fine ad un matrimonio non è mai semplice. Su quel rapporto si aveva investito, cuore, mente e anima, ma quando le divisioni e le incomprensioni sono troppe o di tale gravità da risultare insanabili,  giunge inevitabile il momento della separazione.

Non tutti i futuri ex coniugi riescono a intraprendere strade differenti serenamente. Le liti giudiziarie in questo campo, purtroppo, non sono fenomeni isolati.

Eppure raggiungere un accordo  è davvero importante per porre in essere delle relazioni serene e costruttive per il futuro, soprattutto quando in famiglia sono presenti dei figli.

A venire in aiuto è la mediazione familiare

La mediazione familiare nasce dalla consapevolezza che il rapporto di coppia è finito, ma si vuole lavorare insieme per trovare un accordo rispetto a quella che è o sarà la nuova dimensione della famiglia – sottolinea Elena Bresciani, mediatrice familiare – E’ un vero e proprio lavoro di presa di accordi, in cui  il mediatore ha  la funzione di aiutare a comunicare tra le persone”.

La volontà delle parti di esserci, di negoziare, di voler trovare un accordo è fondamentale: “Anche qualora vi sia un atto dal giudice, per lavorare in mediazione familiare è necessario che siano loro a scegliere volontariamente di usufruire di questa opportunità”. Come sono le parti ad individuare gli argomenti di cui parlare: “Sono le persone che decidono i punti che si vogliono toccare durante gli incontri – chiarisce Elena Bresciani – Il mediatore non suggerisce nulla”.

Intercettare i bisogni delle persone

«Si parte dal cogliere i bisogni delle persone. La chiave di accesso è proprio riuscire a intercettarli e lavorare per la soddisfazione dei bisogni di ciascuno. Se vi si riesce è possibile ottenere un ottimo risultato che va nell’interesse soprattutto dei figli – spiega La dottoressa Fulvia D’Elia, responsabile dell’ufficio di mediazione familiare presso il Tribunale Civile di Bari, intervistata da La Gazzetta del Mezzogiorno – E vero che i bambini o i ragazzi sono al centro delle scelte dei genitori, ma fino a un certo punto. Se io ho un bisogno primario, sia esso economico o legato alla salute, devo soddisfare prima quello. Se non ho un lavoro né una casa e magari sono senza sussidi non posso occuparmi di loro se non affettivamente. Questo spiega la nascita delle case di accoglienza per i padri separati dove in un certo senso si liberano di un peso che non vorrebbero ma con cui devono fare i conti”.

Perché ci si separa oggi?

“Le domande di separazione sono trasversali, ma le ragioni sono quasi sempre le stesse: infedeltà o penuria di quattrini – spiega la D’Elia e – con la pandemia la contiguità coatta ha esacerbato conflitti già presenti. Questo dato è confermato dall’aumento delle violenze familiari”.

 E parlando di relazioni di coppia la dottoressa D’Elia commenta: “Prima a tenere insieme la coppia erano l’etica, Dio, la famiglia. Ora abbiamo un po’ perso questi valori. Molto spesso la coppia va avanti nutrendosi di aspettative che non hanno uno sbocco e che saranno necessariamente deluse”.

 Cosa fare allora?

Per tenere viva una relazione è importante coltivarla e rispettarla. Tenendo nella giusta considerazione i nostri bisogni e anche quelli del nostro partner.  E se veramente il segreto di una relazione appagante fosse racchiuso tutto qui?