Spunta l’ipotesi dell’ “abuso istituzionale”, in tutti quei casi in cui le stesse “funzioni” chiamate a garantire e tutelare i bambini, i ragazzi e i giovani fuori famiglia o abbandonati, permettano che a prendere il sopravvento siano la burocrazia e le silenziose attese rispetto alla celerità e tempestiva delle decisioni
Il sostegno alla genitorialità, la prevenzione, il riconoscimento del Terzo Settore sono solo alcuni dei temi al centro della mozione Lattanzio sull’infanzia recentemente approvata.
In essa, tra gli altri aspetti, si impegna il Governo “a creare un capitolo specifico nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza dedicato a tutti gli investimenti a favore dell’infanzia”.
Si apre dunque una stagione importantissima per ridefinire non solo la visione politica ma il metodo, i servizi, le azioni e tutte le misure che tutelino e riconoscano le giovani generazioni come il grande investimento del nostro Paese.
La stessa Proposta di Legge (pdl) 2801 Disposizioni per la prevenzione del maltrattamento dei minori presentata in novembre dai parlamentari porta nelle sue premesse il chiaro riferimento alla “equazione di Heckman”. Le abilità cognitive e non cognitive sono il patrimonio stabile che per ogni individuo si forma nella prima infanzia e nell’adolescenza e la famiglia è il primo luogo e contesto di formazione e sviluppo delle stesse.
Nell’art. 8 della proposta si legge: “Il maltrattamento dei minori rappresenta un problema di salute pubblica e costituisce una priorità di intervento delle politiche nazionali nel settore della salute”.
Investendo in prevenzione, l’Italia non solo porterebbe a compimento pratico le convenzioni sui diritti dei minori, ma risparmierebbe 13 miliardi di euro (lo 0,84 per cento del prodotto interno lordo). Tanto è il costo stimato della violenza sui minori, “con un incremento annuo di nuovi casi di poco meno di 1 miliardo di euro” (cit. pdl, introduzione).
Si tratta di maltrattamenti e violenze spesso invisibili, neppure chiaramente definite a volte. Pensiamo a quanto Ai.Bi. rifletta da sempre sulla possibilità di riconoscere l’abuso istituzionale, dove sono le stesse funzioni che dovrebbero garantire e tutelare i bambini, i ragazzi e i giovani fuori famiglia o abbandonati, con dati, spazi e tempi certi, azioni efficaci ed efficienti… a lasciare che prendano il sopravvento la burocrazia e le silenziose attese, a fronte di danni irreparabili nel percorso di crescita.
Sul tema dei minori fuori dalla famiglia, nella mozione e nella proposta di legge, vediamo come la garanzia della cura passi dal sostegno alle famiglie, alla promozione dell’affido familiare, dalla definizione di standard minimi nazionali dei servizi per l’affidamento familiare delle comunità di tipo familiare e dei relativi sistemi di verifica e controllo.
La pandemia ci ha portato a guardare dentro gli angoli più abbandonati, distrutti e silenziosi del nostro Paese, dentro al cuore dei bambini e dei giovani per troppo tempo vittime di dimenticanza. Lattanzio e Siani, con tutti i loro colleghi, hanno suonato una sveglia fortissima per il nostro Paese. Ed ora è il tempo di raccoglierci, di tornare umani e di portare in dote al cambiamento necessario, ognuno ciò che sa fare, la propria competenza professionale, imparando a farlo insieme alla comunità tutta.
Per Ai.Bi. Marzia Masiello