Operatori si nasce e si diventa. I miei talenti al servizio dell’accoglienza

Una laurea presa in solo un anno e mezzo, in attesa della piccola Vittoria. Intervista a Marta Montemagno: “Bisogna sempre rincorrere i propri sogni. Basta crederci e basta volerlo e si può arrivare ovunque”

Gli educatori di Casa Pinocchio, casa di accoglienza per minori della Cooperativa Sociale AIBC, in provincia di Cremona, sono davvero persone speciali.

E non potrebbe certo essere altrimenti, perché il loro non è semplicemente un lavoro, la loro è una vera e propria missione, quella di educare adolescenti fragili e metterli in grado di spiccare il volo, permettendo loro di scoprire i propri talenti, ma per farlo occorrono persone “di valore”, guide per i giovani ospiti di Casa Pinocchio.

Marta Montemagno, educatrice, è sicuramente tra questi, un esempio di come si possano raggiungere sempre i propri obiettivi, basta possedere un pizzico di costanza e di tenacia.
Si perché Marta, 30 anni, tra pochissimo si laureerà in Scienze dell’Educazione, con una tesi in psicologia generale focalizzata sul lavoro nelle comunità ed un ultimo capitolo dedicato proprio a Casa Pinocchio.
Questa è la sua seconda laurea, un titolo preso dimezzando il tempo previsto, seppur lavorando e in attesa della piccola Vittoria, un nome forte e positivo come la sua mamma.

Marta, tre anni fa, quando è iniziata la sua avventura in AIBC, mai avrebbe pensato di lavorare a Casa Pinocchio, la sua avventura, come spesso accade, è iniziata un po’ per caso: “Prima di lavorare alla comunità casa Pinocchio io lavoravo per AIBC ai centri di accoglienza migranti la Tenda di Abramo, Casa Gaia e Casa Padre Mario, come operatrice giuridica – racconta- Ho iniziato la mia avventura un po’ per caso, facevo l’insegnante di sostegno a scuola, poi ho iniziato a mandare i curricula a queste cooperative perché la mia passione è sempre stata quella di aiutare gli altri. L’idea di essere un punto di riferimento, di sostenere le persone in difficoltà mi fa stare bene e conoscere nuove storie e nuovi modi di vivere arricchisce anche me – continua – poi con il decreto Salvini abbiamo dovuto chiudere tutte e tre le comunità e mi hanno spostato a Casa Pinocchio”.

Operatori dell’accoglienza: la nuova avventura con Casa Pinocchio

L’inizio della sua nuova avventura al fianco dei giovani adolescenti della Casa, non è stata semplice, ma dopo un primo periodo di ambientamento usando le parole dell’educatrice “tutto è andato liscio come l’olio”. “Con i minori ci vuole carattere e un pugno un po’ diverso rispetto agli adulti con cui ero abituata nelle comunità dove lavoravo prima – spiega l’educatrice – È stato un cambiamento forte, non avevo mai fatto turni notturni, insieme ad 8 ragazzi, confesso che la prima notte non ho dormito, ma oggi tornando indietro lo rifarei! – continua- È un anno e mezzo che lavoro in comunità e ho trovato la strada per me, non cambierei questo lavoro per nulla al mondo”. Quello che si instaura con i ragazzi è un rapporto intenso, “h24”, le loro spesso sono situazioni particolari, di quelle che riportando le parole di Marta “pensi di sentire solo al telegiornale”.

Ma la cosa che ha colpito di più la giovane educatrice è stato affrontare il primo ingresso di un minore dentro la Casa: “sono talmente abituati a soffrire – racconta – che quando arrivano, seppure la prima settimana sono senza cellulare, senza poter uscire, perché non li conosciamo, senza genitori e circondati da persone nuove, riescono a dormire tranquillamente nel letto – spiega sorpresa– io mi aspettavo non ci riuscissero, andavo a controllare, ma questi ragazzi hanno sofferto talmente tanto che sono pronti a qualsiasi cambiamento, si portano la vita in una valigia, mentre noi anche per andare in vacanza ci portiamo 100 valigie ed è una cosa che mi tocca ogni volta”. Proprio per loro, perché ci vuole passione ma non solo, Marta ha deciso dopo la laurea in giurisprudenza di qualificarsi ulteriormente.

Ho deciso di prendere questa laurea perché ci vuole passione ma anche conoscenze un po’ più teoriche – racconta- ma anche perché con la nuova legge vige l’obbligo di essere laureati e poi per crescere professionalmente”. Tre le parole che caratterizzano questa giovane donna: passione, tenacia ed impegno: “Bisogna sempre rincorrere i propri sogni – sottolinea- se c’è passione ci si riesce, ci può volere un mese o un anno ma ci si arriva, grazie anche ai miei colleghi che mi hanno aiutato e incoraggiato. Basta crederci e basta volerlo e si può arrivare ovunque. Quando mi chiedono che lavoro fai io rispondo il più bello del mondo, perché per me è così”.