Perché un genitore dovrebbe partecipare a un corso sul cyberbullismo?

Per un genitore il mondo di oggi non può fare a meno dell’online e del virtuale: il cyberbullismo fa male, provoca dolore e azioni che cadono nel penale

Perché un genitore dovrebbe partecipare a un corso sul cyberbullismo? A spiegarlo, in un’intervista a Radio In Famiglia, è il responsabile del CEFAM – Centro Europeo Formazione e Accoglienza Minori, il dottor Diego Moretti. “Il cyberbullismo – ha detto Moretti – è uno dei nuovi fenomeni molto pericolosi generati dal web. Per definirlo bisogna partire dalla legge 71 del 2017 che lo ha definito. Il cyberbullismo è qualunque forma di pressione, aggressione o molestia che viene realizzata per via telematica nonché la diffusione di contenuti online con lo scopo di isolare un minore o un gruppo di minori ponendoli in serio abuso o in messa in ridicolo. In questa categoria dunque rientrano tante forme di cyberbullismo che, in realtà, ai giorni nostri, conosciamo ben poco e che sempre più conosceremo a seconda di come si svilupperanno i social network”.

“Una delle differenze tra bullismo e cyberbullismo è che nel primo caso l’azione del bullo ha un tempo e conseguenze determinate, mentre con il secondo l’azione compiuta oggi rimane lungo la linea temporale per mesi o anni perché rimane in rete. Proprio per questo motivo a volte è necessario rivolgersi alla Polizia Postale e al gestore del sito internet (o social) per far togliere il contenuto incriminato. In ogni caso, a rischio sono soprattutto minori e adolescenti, i cosiddetti ‘nativi digitali’, venuti al mondo in un periodo in cui il consumo dei social è dato per assodato. Le nuove generazioni ma anche quelle più fresche, bambini di pochi anni, sanno usare la rete e noi adulti ci stupiamo. Questa cosa può essere molto pericolosa”.

“La presenza degli adulti, dalla famiglia agli educatori per ruolo o per passione, significa cercare di informare ed educare i ragazzi all’utilizzo dei social e, soprattutto, a come gestire la propria identità virtuale. Il mondo di oggi non può fare a meno dell’online e del virtuale ma si può stare in questa dimensione con accortezze che ci possono tutelare: il cyberbullismo fa male, provoca dolore e azioni che cadono nel penale. Chi è autore di un reato di cyberbullismo va incontro a conseguenze penali e non civili. Il bullismo virtuale ha anche la caratteristica che l’evento può essere ripreso e divulgato (condiviso) da una cerchia di utenti sempre più ampia, arrivando in maniera molto facile ad uso di qualsiasi utente che utilizza e frequenta un determinato social. Il fenomeno è davvero complesso ed è utile dedicare del tempo per approfondirlo”.

Con il CEFAM è previsto un incontro online il prossimo 27 novembre, dalle 21, “per capire come prevenire, intervenire o curare laddove si sia annusato che qualcosa è già accaduto nella vita dei propri figli. Si tratta di un corso che aspira a dare ai genitori gli strumenti per intervenire laddove si veda che c’è qualcosa che non va ed è legato al cyberbullismo”.

Per informazioni e iscrizioni al corso online: https://www.aibi.it/coopaibc/corsi/corso-webinar-cyberbullismo-come-riconoscere-i-segnali-e-aiutare-i-propri-figli-a-combatterlo/

Chiunque volesse approfondire o avesse necessità di supporto professionale, può contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori al numero 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it.

Ascolta “CyberBullismo: Come capire, riconoscere e intervenire” su Spreaker.