L’adottabilità del minore può essere stabilita solo da un giudice, il quale, però, deve approfondire l’analisi avvalendosi delle competenze di esperti professionisti. Secondo la Cassazione, per lo stato di abbandono serve il parere di uno psichiatra
La dichiarazione dello stato di adottabilità di un minore poggia su due presupposti imprescindibile: la sua minore età e il suo essere in stato di abbandono.
Va da sé che per il primo dei due requisiti il problema non si pone e la verifica è tra le più facili che si possano fare. Completamente diverso è, invece, l’iter per certificare lo stato di abbandono. Uno stato che, secondo la legge, riguarda i minori “privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti”. Tale privazione deve essere, inoltre, definitiva e non transitoria o dovuta a cause di forza maggiore (per fare un esempio molto semplice: se un genitori è costretto a passare un periodo di isolamento, magari in ospedale, ciò non determina in alcun modo lo stato di abbandono del figlio). I minori in stato di abbandono non devono per forza essere orfani, ma possono anche avere dei genitori che non sono in grado di provvedere ai suoi bisogni: uno stato di indigenza che comprometta in maniera grave e irreversibile il processo di crescita, di sviluppo e di formazione del bambino, per esempio, può portare alla dichiarazione di stato di abbandono, così come casi di violenza domestica e di abusi sessuali, qualora non sia possibile allontanare il soggetto violento.
Di contro, “stato di abbandono” non significa che il minore sia lasciato a se stesso o senza alcuna assistenza, infatti, possono essere dichiarati in stato di abbandono anche bambine e bambini che vivono in una casa famiglia, in una comunità familiare o che siano stati collocati temporaneamente in affido familiare.
Per lo stato di abbandono serve la perizio di uno psichiatra
Detto, molto velocemente, cosa si intenda per stato di abbandono e come ci si arrivi, va sottolineato, ora, chi è il soggetto deputato a dichiarare tale stato. In ultima istanza, la decisione sullo stato di abbandono e, di conseguenza, sull’adottabilità del minore spetta al giudice, che deve valutare tutti gli elementi forniti da eventuali consulenti esterni e i servizi sociali. In particolare, per quanto riguarda lo stato di abbandono, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che lo stato di abbandono del minore può essere dichiarato solo sulla base di una perizia psichiatrica e non psicologica.
Il caso che ha portato alla sentenza della Corte riguardava il caso di una mamma con un grave disturbo bipolare: la Cassazione ha sottolineato come solo una perizia psichiatrica possa accertare “i comportamenti conseguenti alle terapie farmacologiche” e possa fare una prognosi “sulla natura, sulla reversibilità, sulla durata e sull’evoluzione della patologia del genitore, nonché sulle eventuali ricadute”.
Come detto, sarà poi sulla base di consulenze specifiche e professionali come questa che il giudice potrà prendere la decisione definitiva sull’impatto che possa avere il definitivo distacco del minore dalla propria famiglia, dichiarando lo stato di abbandono e aprendo le porte alla conseguenze possibilità di un’adozione.